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Crisi dei rifugiati: le misure adottate dall’Europa per affrontare la crisi

Creato il:  2 Febbraio 2016

Da tempo la Commissione europea sta cercando di dare una risposta coerente e coordinata alla questione dei rifugiati e della migrazione. Il 13 maggio 2015 la Commissione europea ha adottato la sua agenda europea sulla migrazione, che sancisce un approccio globale per migliorare la gestione della migrazione in tutti i suoi aspetti.

Sono già stati adottati anche due pacchetti di attuazione delle misure proposte dall'agenda, rispettivamente il 27 maggio 2015 e il 9 settembre 2015, e le azioni previste si stanno cominciando a concretizzare.

L'agenda europea sulla migrazione, in particolare ha evidenziato la necessità di un approccio globale alla gestione della materia. Da allora sono state introdotte varie misure, tra cui due meccanismi di emergenza per la ricollocazione di 160 000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale dagli Stati membri più colpiti verso altri Stati membri dell'UE, e l'approvazione del piano d'azione della Commissione sul rimpatrio.

Il 23 settembre la Commissione europea ha presentato una serie di azioni prioritarie da realizzare entro i sei mesi successivi per attuare l'agenda europea sulla migrazione che prevedono da un lato interventi a breve termine volti a stabilizzare la situazione in corso e, dall'altro, misure a più lungo termine intese a istituire un sistema solido in grado di sostenere la prova del tempo.

Le misure ritenute immediatamente necessarie sono: misure operative, sostegno finanziario e attuazione della legislazione dell'UE.

L'elenco delle misure è stato approvato in occasione della riunione informale dei capi di Stato e di governo del 23 settembre 2015 e nuovamente il 15 ottobre 2015. Queste misure, ora, devono essere attuate rapidamente ed efficacemente a tutti i livelli.

Per quanto riguarda gli impegni finanziari, gli Stati membri hanno riconosciuto l'esigenza di impegnare risorse nazionali supplementari. La Commissione ha già proposto modifiche ai bilanci del 2015 e del 2016, aumentando di 1,7 miliardi di euro le risorse stanziate per la crisi dei rifugiati. Ciò significa che nel 2015 e nel 2016 la Commissione spenderà in tutto 9,2 miliardi di euro per la crisi dei rifugiati. Gli Stati membri si sono impegnati a investire risorse nazionali corrispondenti.

Relativamente ai meccanismi di ricollocazione, le misure proposte dalla Commissione e adottate dal Consiglio il 14 settembre e il 22 settembre per ricollocare 160 000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale permetteranno di ridurre in misura significativa, anche se parziale, la pressione sugli Stati membri più colpiti.  Per essere efficaci però, tali misure devono essere pienamente attuate. Inoltre, affinché questi meccanismi funzionino bene, gli Stati membri devono rispondere prontamente alla richiesta di esperti nazionali che sostengano le operazioni nei punti di crisi, notificare alla Commissione le loro capacità di accoglienza, identificare i punti di contatto nazionali che coordineranno le ricollocazioni con la Grecia e l'Italia, e precisare gli impegni di reinsediamento a livello nazionale.

Per quanto riguarda i "punti di crisi" (hotspot), affinchè l’UE risulti credibile  è cruciale dimostrare che il sistema migratorio può tornare a funzionare correttamente, in particolare ricorrendo a squadre di sostegno per la gestione della migrazione operative nei "punti di crisi" per aiutare gli Stati membri, che subiscono la pressione più intensa, a far fronte ai loro obblighi e alle loro responsabilità. Le squadre di sostegno a loro volta, hanno bisogno per operare, di un forte nucleo di agenzie dell'UE, di una stretta cooperazione con le autorità italiane e greche e del sostegno di altri Stati membri.

Per quanto riguarda i rimpatri efficaci,  questi sono compiti fondamentali assegnati alle squadre di sostegno per la gestione della migrazione nei "punti di crisi". Questo compito richiede anche che all'interno dell'UE siano predisposti sistemi efficienti per l'adozione e l'esecuzione delle decisioni di rimpatrio. Negli ultimi mesi sono state prese iniziative concrete per sviluppare un sistema di gestione integrata dei rimpatri e per inserire le decisioni di rimpatrio e i divieti d'ingresso nei sistemi di scambio d'informazioni dell'UE. Le agenzie degli Stati membri competenti per il rimpatrio devono inoltre disporre delle risorse necessarie per svolgere le loro funzioni. Gli Stati membri devono attuare rapidamente il piano d'azione dell'UE sul rimpatrio proposto dalla Commissione e approvato dagli Stati membri in seno al Consiglio "Giustizia e affari interni" dell'ottobre 2015.

Sostegno pratico ai paesi  che si trovano in situazioni di crisi è invece garantito attraverso il meccanismo europeo di protezione civile. Attualmente questo sostegno è  stato richiesto dalla Serbia, dalla Slovenia e dalla Croazia. Il meccanismo può mobilitare vari tipi di assistenza in natura, tra cui squadre e attrezzature, rifugi, forniture mediche e altri prodotti non alimentari, nonché consulenze. Su richiesta del paese che attiva il meccanismo, gli Stati partecipanti forniscono assistenza per far fronte alle esigenze individuate. Nel corso dell'attuale crisi dei rifugiati la Commissione europea ha aumentato l'importo del cofinanziamento fornito per il trasporto di strumenti di soccorso ed esperti. Finora troppo pochi Stati membri hanno risposto a tali richieste e occorre ancora fornire una grande quantità di risorse perché la Serbia, la Slovenia e la Croazia possano affrontare la situazione attuale.

Staff Europe Direct

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Giovedì, 13 Luglio, 2017 - 12:29