Home > Notizie > Dalle produzioni tipiche locali di qualità il rilancio dell’agroindustria italiana

Dalle produzioni tipiche locali di qualità il rilancio dell’agroindustria italiana

Creato il:  5 Febbraio 2014

di ALESSANDRO PIGA*
“La terra e le sue produzioni. Il tipico perfetto, l'impresa performante e il mercato evoluto”. È questo il titolo del convegno organizzato da Formez PA nell’ambito del progetto I’M Sardegna (Innovation Manager Sardegna), tenutosi venerdì 31 gennaio nella Sala Convegni dell’Hostel Rodia a Oristano.
L’appuntamento è stato il terzo di un ciclo di tredici eventi, (laboratori, workshop, seminari, tavole rotonde e incontri tematici) che, attraverso un vero e proprio percorso di riflessione e di costruzione permanente di foresight sull’innovazione (denominato Think Tank), accompagna lungo tutto il 2014 e su tutto il territorio regionale, lo svolgimento di I’M Sardegna.
Grazie alle testimonianze, alle storie e agli spunti di riflessione proposti da esperti nazionali e del settore, l’iniziativa ha offerto l’opportunità a quanti operano nel campo della ricerca, produzione, trasformazione, commercializzazione dei prodotti agro-alimentari di entrare in contatto con le frontiere più innovative del dibattito che investe il comparto, un settore strategico per il futuro sviluppo della nostra isola.
Il meeting, si è aperto con i saluti di Paolo Tola, Direttore del Formez PA di Cagliari e dalla presentazione di I’M Sardegna con l’intervento di Gianni Agnesa, Responsabile delle attività del progetto, seguiti da una breve introduzione sui temi del convegno, curata da Nicola Pirina, consulente scientifico del progetto I’M Sardegna e moderatore dei lavori della giornata.
Il programma di lavori ha avuto avvio con una tavola rotonda partecipata nel quale si sono susseguiti gli interventi degli esperti.
Il primo intervento è stato Carlo Hausmann, Direttore Generale dell’Azienda Romana Mercati (Azienda speciale della Camera di Commercio di Roma), che ha presentato diversi motivi di riflessione in merito ai nuovi scenari del mercato agroalimentare, alle tendenze dei consumi del mercato italiano e di quello estero soffermandosi sul significato di tipico perfetto. Secondo Hausmann in Italia le specialità alimentari sono numerose e sempre più al centro dell’interesse del mercato internazionale, “è quindi importante individuare i prodotti che possiedono un’impronta caratteristica e inconfondibile, è necessario identificare la ‘carta di identità’ del prodotto e valutare i fattori della qualità alimentare secondo i quattro assi dell’innovazione, come il tipico genetico, le caratteristiche sensoriali; l’ingegno umano e il territorio, che rendono il prodotto personale, quindi inimitabile e insostituibile”.
“La costruzione delle filiere e della qualità condivisa” è stato il secondo tema trattato da Eugenio Maria Cuomo, Direttore della Galgano Group consulting, che si è soffermato in particolare su esempi virtuosi di riduzione degli sprechi e tecniche per il miglioramento delle performances. L’ing. Cuomo ha parlato di qualità del prodotto nel settore agroalimentare e dei processi di produzione, illustrando un modello di gestione in che si è originato nel settore manifatturiero, e denominato “Lean Management”. “Questo sistema”, ha affermato il manager Galagano, “rappresenta il massimo dell’efficacia e dell’efficienza e se applicato al settore agroalimentare, consentirebbe di raddoppiare la produttività del lavoro, dimezzando i tempi e i costi di produzione, eliminando gli sprechi e riducendo notevolmente gli scarti e gli errori”.
Il terzo e ultimo contributo della mattinata è stato quello di Luigi Odello, Presidente del Centro Studi e Formazione Assaggiatori di Brescia che, in videoconferenza, ha introdotto l’analisi sensoriale: si tratta infatti dell’insieme delle tecniche e dei metodi che permettono di misurare attraverso i sensi quanto viene percepito di qualsiasi prodotto. Secondo l’esperto, la certificazione sensoriale nasce come garanzia del piacere e per essere compresa e per orientare la produzione secondo i gusti del consumatore, è necessario identificare la qualità erogata, attesa e percepita.
Graziella Caria titolare dell’azienda Nuove Tecnologie ha raccontato la sua esperienza di imprenditrice nel campo dell’innovazione green e della filiera produttiva a chilometro zero “Casa verde CO2.0”, di cui fa parte. L’imprenditrice ha messo in evidenza come la partecipazione a network di “innovatori sostenibili” abbia consentito, insieme ad Alexander Scano, ideatore del distretto di democrazia solare, di progettare e realizzare ad esempio una serie di forni solari, utilizzando solo prodotti della filiera a zero consumo per il territorio.
Dopo un veloce lunch a buffet, a base di prodotti a chilometro zero, tutti preparati con forni solari, la sessione pomeridiana, è proseguita con una tavola rotonda e un dibattito con il pubblico.
La prima testimonianza del pomeriggio è stata di Maurizio Tancredi, insegnante e storico, che ha trattato il tema “Territorializzare la sostenibilità del e nel primario”. Tancredi ha illustrato un progetto di recupero dell’agricoltura locale realizzato dalla provincia del Medio Campidano partendo da un’analisi delle stratificazioni storiche nell’uso del territorio e dall’attenta rivalutazione della cultura materiale.
La ricostruzione storica della governance identifica spesso modelli territoriali di sostenibilità, con la creazione di un circuito virtuoso che coinvolge naturalmente l’agricoltura e l’allevamento. Lo storico ha proposto il principio “dell’autodeterminazione alimentare”, che consentirebbe di rilanciare l’economia agricola, con una maggiore chiarezza e trasparenza sulla qualità e origine del prodotto sardo e dei suoi derivati.
Cesello Putzu, Amministratore Delegato della Blue Marlin, impresa leader nel settore della produzione e commercializzazione della bottarga, ha presentato diversi motivi di riflessione in merito allo scenario interno del tessuto imprenditoriale sardo. Secondo il manager “dalla terra e dalle sue produzioni può nascere una nuova classe imprenditoriale sarda che sarà parte fondamentale del futuro economico della Sardegna”. La grande innovazione di questo comparto sarà il recupero della terra, dei prodotti e delle specialità enogastronomiche, quindi anche delle tradizioni locali, in grado di far crescere non solo le imprese agricole ma anche l’industria di trasformazione agroalimentare. Sarà importante tuttavia, in una logica di competitività internazionale, adattare i prodotti sardi ai differenti gusti dei clienti, senza snaturarne ovviamente le caratteristiche salienti.
Annalisa Motzo, ha quindi raccontato la sua esperienza di imprenditrice a capo della ECOM, specializzata nella produzione di ammendate compostato verde, ricavato seguendo il criterio del’agricoltura eco sostenibile e socio sostenibile, a impatto zero. Motzo, che è anche Presidente del Gal Marghine, rispetto alla nuova programmazione rurale 20014-2020, si è espressa a favore di una politica di facilitazione di accesso al credito che valorizzi e sostenga le aziende agricole. Secondo l’imprenditrice, “Gli agricoltori sono i custodi del territorio, i custodi del cibo e della biodiversità”, ed è quindi fondamentale rinforzare il settore primario creando una rete con altri settori, reti sovrastrutturali non monotematiche che comprendano all’interno anche le istituzioni, i fruitori di servizi e controllori.
Ha chiuso il programma di interventi Elisabetta Falchi, Presidente regionale di Confagricoltura e imprenditrice, che ha indicato l’approccio innovativo che dovrebbe avere la nuova politica agricola comunitaria varata dall’Unione Europea. Una programmazione innovativa, ha detto Falchi “deve basarsi su un’attività di sinergia tra diversi ambiti, partendo da un’attenta analisi del settore agricolo, composta da tante e piccole realtà che rappresentano l’insieme della storia del nostro territorio”. Ma proprio per questa diversità, ha continuato la Falchi, non si deve considerare solo l’impresa singola, ma la filiera e il territorio, individuando le criticità, ma anche la peculiarità e le opportunità di ogni singolo settore intervenendo con azioni mirate e strategiche.
Hanno partecipato al Convegno 140 persone, in rappresentaza di imprese, assocoazioni, enti locali e di settore. Il prossimo appuntamento del Think Tank del Progetto I’M è ad Alghero, il 21 febbraio, dove si parlerà di turismo, sviluppo e inno0vazione.
* Content manager Progetto I’M – Sardegna

Area tematica: 
Tipo di Contenuto: 
Data pubblicazione: 
Giovedì, 13 Luglio, 2017 - 12:28