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Documenti pubblici. L’UE adotta nuove norme per semplificare il riconoscimento dei certificati nell'UE

Creato il:  20 Giugno 2016

 

 

Il Parlamento europeo ha adottato, il 9 giugno 2016, il regolamento, proposto dalla Commissione europea, per ridurre i costi e le formalità per i cittadini che devono presentare un documento pubblico in un altro paese dell'UE.

Attualmente i cittadini che si spostano o vivono in un altro paese dell'UE devono far legalizzare i loro documenti pubblici, come i certificati di nascita, di matrimonio o di morte, per dimostrarne l'autenticità. Spesso queste procedure burocratiche sono lunghe e costose. Il nuovo regolamento prevede che la legalizzazione non sia più necessaria , quando i cittadini presenteranno documenti pubblici rilasciati in uno Stato membro dell'UE alle autorità di un altro paese dell'UE.

Il regolamento riguarda però soltanto l'autenticità dei documenti pubblici, gli Stati membri continueranno dunque ad applicare le norme nazionali sul riconoscimento del contenuto e degli effetti dei documenti pubblici rilasciati in un altro paese dell'Unione.

Tra le procedure burocratiche  eliminate dal regolamento rientrano:

i documenti pubblici ( come i certificati di nascita, di matrimonio o del casellario giudiziale) rilasciati in un paese dell'UE, dovranno essere accettati come autentici in un altro Stato membro senza necessità di legalizzazione ;

eliminazione anche dell'obbligo, per i cittadini, di fornire in tutti i casi una copia autenticata e una traduzione asseverata dei loro documenti pubblici. I cittadini potranno anche usare un modulo standard multilingue, disponibile in tutte le lingue ufficiali dell'UE, da presentare come ausilio alla traduzione allegato al documento pubblico per evitare l'obbligo di traduzione;

la tutela contro le frodi: se l'autorità ricevente ha dubbi ragionevoli sull'autenticità di un documento pubblico, potrà verificarla con l'autorità di emissione nell'altro paese attraverso una piattaforma informatica esistente, il sistema di informazione del mercato interno o IMI.

Gli Stati membri hanno due anni e mezzo di tempo, dalla data di entrata in vigore del regolamento, per adottare tutti i provvedimenti necessari per consentirne la corretta applicazione al termine di questo periodo.

 

Staff Europe Direct

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Giovedì, 13 Luglio, 2017 - 12:29