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L’attuazione nelle regioni e negli enti locali della legge 69/2009

Creato il:  1 Marzo 2012

Negli ultimi due anni la normativa nazionale è intervenuta più volte sul tema della certezza e della riduzione dei termini dei procedimenti, con modalità tali - in particolare facendo riferimento ai livelli essenziali delle prestazioni - che estendono quanto previsto a tutte le amministrazioni titolari di procedimenti: amministrazioni centrali, regioni, Enti Locali.

La ricognizione dei procedimenti, l’aggiornamento dei termini di conclusione e la pubblicità delle relative informazioni rappresenta, infatti, un fattore chiave per assicurare trasparenza ed efficacia all’azione amministrativa.

All’interno del PON 2007–2013 Governance e Azioni di Sistema, il Dipartimento degli Affari Regionali e il Dipartimento della Funzione Pubblica hanno realizzato, attraverso Formez PA, un progetto per la realizzazione di attività finalizzate a dare certezza alle imprese e ai cittadini sui  termini di conclusione dei procedimenti e sugli adempimenti necessari.

In particolare, sono stati messi a disposizione di dirigenti e funzionari delle amministrazioni delle regioni Obiettivo convergenza,  alcuni modelli operativi per effettuare la rilevazione dei tempi dei procedimenti amministrativi, e per adeguare la normativa alla disciplina introdotta in materia dalla legge 69/2009.

A valle delle attività del Progetto, e sulla base delle esperienze e conoscenze maturate nel corso di queste, si è colta l’occasione per effettuare un primo bilancio della legge che, più di recente e più di altre, ha inciso sulla riduzione dei termini dei procedimenti amministrativi, la 69/2009, per accompagnare l’attuazione della quale presso regioni ed enti locali il progetto aveva preso il via.

L’impatto di quanto previsto dalla legge è stato rilevante, indipendentemente dal fatto che le amministrazioni siano riuscite a fissare nuovi e più brevi tempi dei procedimenti. Ha contribuito alla presa di coscienza che la politica di semplificazione non è più solamente una questione di norme, e quindi come tale, ad esclusivo appannaggio di chi fa le leggi. La semplificazione ha bisogno, per procedere di organismi preposti (task force, nuclei di semplificazione, uffici dedicati) per elaborare, attuare e monitorare le politiche ad essa relative. Ha inoltre bisogno di alcuni strumenti importanti per raggiungere gli obiettivi che la politica di semplificazione si pone  (leggi, piani, programmi, linee guida, analisi ex ante ed ex post). Di sicuro, più consolidate a livello statale, queste modalità si stanno sempre più diffondendo all’interno di regioni ed enti locali che sono le amministrazioni titolari della maggior parte dei procedimenti, che possono semplificare o complicare la vita di cittadini e imprese.

Le modifiche introdotte dalla legge 69/2009 alla disciplina generale del procedimento amministrativo hanno assunto un particolare rilievo sia dal punto di vista dell’analisi giuridica che delle prassi applicative delle diverse amministrazioni, poiché il legislatore non si è limitato ad imprimere un’accelerazione all’iter del procedimento  amministrativo attraverso la previsione di termini più stringenti ma ha cercato di attribuire effettività alla riforma, rafforzandone l’impianto sanzionatorio con la previsione di specifiche responsabilità per i soggetti che gestiscono i procedimenti.

Tale impianto risulta essere ulteriormente rafforzato anche dalle recenti scelte del Governo in quanto le politiche di semplificazione costituiscono un cantiere aperto, oggetto in questi mesi di interventi anche a carattere di urgenza, legati alla generalizzata situazione di crisi economico-finanziaria.

In questo contesto anche la certezza dei tempi di conclusione del procedimento è un valore la cui compiuta realizzazione appare strettamente legata all’attuazione delle recenti riforme recate dal d.l. n. 5 del 2012, il decreto “Semplifica Italia”, come è stato denominato.
 
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Giovedì, 13 Luglio, 2017 - 12:27