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L’innovazione della P.A. verso Europa 2020. Elementi di contesto, da vincoli ad opportunità

Creato il:  11 Novembre 2011

di GRAZIA DE MAIO* e ANTONIO STRAZZULLO**

Numerosi interventi di finanza pubblica hanno determinato tagli ripetuti alle dotazioni finanziarie e alle risorse a disposizione delle Regioni, causando una progressiva “rarefazione delle risorse umane e delle capacità disponibili”. In un contesto di deficit strutturale degli organici, le risorse esterne attivate hanno in molti casi avuto una funzione “sostitutiva” rispetto alle risorse interne, generando solo limitati effetti di trasferimento di conoscenze e competenze. Tuttavia l'investimento in capitale umano è fondamentale per la piena realizzazione della riforma della Pubblica Amministrazione, del decentramento, della governance locale, dell’innovazione dei processi.

Attraverso l’alternarsi di testimonianze riferite ad esperienze concrete ed interventi di prospettiva e di stimolo, la prima sessione tematica del convegno ha esplorato il tema degli elementi di contesto che contribuiscono a definire e qualificare l'azione della P.A., delineando un quadro in forma di “bilancio critico” delle politiche 2007-2013 e nella prospettiva di Europa 2020.
Di seguito i principali elementi di criticità - riferibili al contesto politico-amministrativo ed ai suoi riflessi sull’organizzazione delle istituzioni, al tema delle competenze, alla governance e al networking - emersi dal confronto e rintracciabili trasversalmente in ciascuna esperienza:

  • • elezioni amministrative per un verso e tagli di bilancio per l’altro hanno contribuito fortemente a determinare uno stallo delle attività. C’è stato quasi ovunque il cambio dei referenti delle strutture e questo rappresenta un punto di criticità assoluto;
  • • strutture organizzative instabili, fragili rispetto alle pressioni ed agli stress, indebolite, dissipatrici dell’apprendimento ottenuto;
  • • management e competenze acquisiti in quota crescente dall’esterno, instabili nella durata, con l’effetto di non dare luogo a trasferimento e internalizzazione di competenze.

Tuttavia, se è vero che le risorse si riducono anche con poco preavviso, è vero anche che un’azione di revisione dei flussi organizzativi flessibile e rapida, l’implementazione delle innovazioni che si producono per la PA e, soprattutto, un’allocazione delle risorse disponibili calibrata rispetto alle necessità e criticità dei diversi settori, possono produrre risultati di maggior efficienza.

Dal confronto tra le diverse testimonianze che hanno animato il dibattito, sono emersi alcuni fattori comuni di successo, che consentono di individuare possibili leve per il miglioramento. In particolare:

  • • pieno commitment agli impegni contratti dall’Istituzione, acquisizione della piena ownership dei programmi di sviluppo e coesione da parte del livello politico, messa in coerenza di questi programmi con gli obiettivi politici di legislatura;
  • • pieno empowerment del livello amministrativo e supporto attivo alle azioni di riorganizzazione e di re-ingegnerizzazione delle procedure;
  • • esercizio non formale dell’azione di accountability, ricerca di condizioni di maggiore “densità istituzionale” a sostegno del disegno e dell’attuazione delle politiche di sviluppo;
  • • uso dello strumento valutazione per migliorare l’azione politico-amministrativa;
  • • forte attenzione al dialogo interistituzionale, attraverso la condivisione delle scelte in termini di priorità, obiettivi, metodologie e strumenti, in un'ottica di governance multilivello.

Sulla base delle suggestioni emerse nel corso dei lavori, è possibile quindi individuare elementi di sintesi e possibili piste di lavoro:

  • • l’efficacia degli interventi dipende dal contesto attuativo. Non è pensabile migliorare i risultati dell’azione senza esplicitare e poi agire sugli elementi che li determinano;
  • • la corretta analisi e consapevolezza dei propri bisogni da parte della PA è il presupposto per la corretta identificazione del percorso di sviluppo della Capacità Istituzionale;
  • • le esperienze di successo mostrano investimento in capitale umano e nella costruzione di network territoriali (approccio place-based development come proposto dal Rapporto Barca e sostanzialmente sussunto nei nuovi orientamenti delle politiche di coesione);
  • • agire verso la “Solidificazione” delle Amministrazioni attraverso la re-identificazione, la ristrutturazione organizzativa, il lavoro sulle competenze, la ricostruzione delle missioni;
  • • fissare condizionalità legate all’impegno presso le amministrazioni di risorse tecniche ed organizzative adeguate per l’attuazione dei programmi;
  • • legare gli avanzamenti di carriera interni alla PA a momenti formativi e di crescita delle capacità, sul modello dei corsi-consorso già adoperati in passato;
  • • fare ricorso alle innovazioni tecnologiche e di processo che possono ridurre il carico di lavoro all’interno della amministrazioni e produrre risparmi di risorse.

 
In sintesi, il mutare delle condizioni di contesto (normativa, dotazione di risorse, assunzione di nuovi compiti) richiede flessibilità organizzativa, un forte investimento nella qualità del capitale umano della PA e la capacità di “re-ingegnerizzare i processi”. Tuttavia, perché ciò diventi possibile, è essenziale il pieno empowerment dei vertici amministrativi da parte del livello politico ed il coinvolgimento esplicito di quest’ultimo per quanto necessario. Il livello politico deve assicurare la stabilità delle strutture amministrative affinché le azioni di capacity ed institution building possano dare frutti. Appare, infine, necessario rafforzare la capacità di operare in partenariato, effettuare interventi sinergici e compartecipati, supportare la costruzione di reti interregionali per lo scambio e la qualificazione delle azioni tramite il confronto diretto con altre realtà regionali.

* Formez PA, Innovazione e semplificazione
** Economista, Esperto Formez PA

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Giovedì, 13 Luglio, 2017 - 12:27