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"La Riforma Brunetta per una P.A. trasparente e al servizio del cittadino"

Creato il:  5 Aprile 2011

A cura di Lucio Lussi

A poco più di un anno dall’entrata in vigore della Riforma Brunetta, la Pubblica Amministrazione inizia a rendere conto dei risultati. Per monitorare l’attuazione delle regole e dei principi contenuti nella Riforma, la Civit (Commissione Indipendente per la Valutazione, la trasparenza e l’integrità delle P.A.) sulla base anche del monitoraggio effettuato da Formez PA, ha organizzato il 23 marzo a Roma un seminario per valutare l’avanzamento della riforma. Ne abbiamo discusso con Antonio Martone, presidente della Civit.
Nei giorni scorsi sono stati presentati i risultati di un monitoraggio sull’attuazione della Riforma Brunetta, voluto dal DFP e realizzato, su indicazione della  Civit, da Formez PA. Quali sono i punti focali già affrontati e i nodi invece irrisolti?
“E’ stato un monitoraggio utile per riflettere, con docenti ed operatori del settore, sull’attuazione della Riforma Brunetta e sul primo anno di attività della Civit. Abbiamo affrontato argomenti importanti ed eterogenei: il sistema di valutazione della performance, il piano della performance, il programma  della trasparenza e dell’integrità, gli organismi indipendenti di valutazione e la definizione degli standard minimi di qualità. I risultati dell’indagine sono indispensabili per capire in che modo le P.A. hanno accolto le direttive Civit e per verificare se l’adozione del Piano della performance e del Programma della trasparenza è avvenuta effettivamente. Ora inizia una nuova fase, indirizzata a verificare se il servizio pubblico migliora in termini di efficacia e di efficienza e se gli strumenti previsti dalla Riforma Brunetta incidono sulla produttività e sul costo del servizio pubblico.
Tra i nodi irrisolti e le criticità ci sono le conseguenze sul sistema della premialità del blocco per tre anni della contrattazione collettiva disposto dal decreto legge n. 78 del 2010 e dalla successiva legge di conversione. Devo però precisare che da tale blocco non si può desumere, come sostenuto da taluno, il venir meno della valutazione della performance organizzativa e individuale, anche perché tale ultima valutazione  è anche indispensabile per la progressione dei dipendenti all’interno delle aree professionali e da un’area a quella superiore, oltre che per l’eventuale attribuzione dell’importo del “dividendo dell’efficienza", come espressamente previsto dall’accordo del 4 febbraio tra il Ministro Brunetta e le principali Confederazioni sindacali (con esclusione, peraltro, della CGIL).
Alla conclusione dell’indagine mi sono reso conto di quanto sia difficile misurare nell’immediato i risultati della Riforma, perchè una riforma così importante e dirompente richiede un vero e proprio mutamento culturale per diventare effettiva”
Il recente rapporto OECD “Modernising the public administration. A study on Italy”, ha sottolineato che lo spirito della riforma comporta il passaggio dalla centralità dell'azione amministrativa alla centralità del cittadino. Quanto il cittadino-cliente è oggi al centro della P.A.?
“L’azione amministrativa deve rendere un servizio migliore al cittadino, e a tal fine è necessario potenziare il settore dell’informazione ai cittadini e garantire la trasparenza. Uno strumento molto utile, ad esempio, è la Carta dei Servizi, già presente in numerose strutture sanitarie al fine di spiegare al cittadino in che modo richiedere una prestazione sanitaria, con quale tempistica e così via. La nostra azione è volta a far adottare a tutte le P.A., in particolar modo alle strutture sanitarie, la Carta dei Servizi, poi cercheremo di rendere noto ai cittadini questo strumento. In questo modo i cittadini avranno l’opportunità di avvicinarsi al servizio in quanto tale. Le indicazioni dell’Ocse vanno proprio in tal senso: la P.A. non deve essere fine a se stessa ma deve fornire un servizio di qualità”.
Dall’indagine sono emersi alcuni dati interessanti sulla formazione: Formez PA e FormezItalia hanno organizzato 276 giornate formative, 184 la SSPAL e 79 la SSPA. Queste attività di formazione hanno fatto conoscere realmente i contenuti e le potenzialità della Riforma Brunetta?
“A fine marzo sono stato a Napoli per la prima di sei giornate formative indette da FormezItalia e destinate ai funzionari chiamati ad attuare la Riforma Brunetta nei Comuni. Mi sono reso conto che la questione è complessa: è un problema culturale, di formazione ma anche di convinzione psicologica. La Riforma corre il rischio di risolversi in  un’attività intellettuale autoreferenziale svolta da poche persone, creando così una spaccatura profonda con il resto degli operatori delle P.A. Per questo motivo le attività formative sono utili a superare lo scetticismo che continua ad avvolgere la Riforma, e Formez PA, FormezItalia e la Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione devono continuare a dare il loro contributo in termini di formazione e informazione”.
Secondo i dati complessivi dell’indagine, la formazione ha riguardato il 47% delle P.A.
rispondenti. Le sembra sufficiente o è ancora poco?
“Le Riforme non trovano applicazione con un colpo di bacchetta magica, ma devono entrare nel cervello, nel cuore e nel sangue delle persone. Per questo motivo dobbiamo insistere al fine di perseguire il 100%. Per il momento una percentuale del 50% non deve scoraggiare, anche perché un adeguamento troppo veloce rischierebbe di essere formale e di incidere poco sulle attività della P.A.”.
Ci sono altre criticità e quali possono essere i correttivi da applicare in corsa?
“ Il problema più delicato è il rapporto con regioni, enti locali e strutture sanitarie, e la loro autonomia. Per quanto riguarda l’attuazione della Riforma nelle regioni è necessaria una legge regionale che applichi i principi fondamentali nel rispetto dell’autonomia degli enti locali. Questo adeguamento doveva avvenire entro il 31 dicembre 2010 ma non è avvenuto dappertutto. In questi primi tre mesi dell’anno, però, nove regioni hanno approvato le leggi regionali e hanno disciplinato il modus operandi delle strutture sanitarie. Sono convinto che prima dell’estate in tutte le regioni e in tutte le strutture sanitarie la Riforma Brunetta diventerà operativa e supereremo così questa fase di transizione, che rappresenta a tutti gli effetti un’ulteriore criticità”.
Il sistema di misurazione della performance è stato adottato in via definitiva dal 79% delle P.A. censite. Quali incentivi verranno utilizzati per "convincere" le P.A. rimanenti ad adeguarsi alle prescrizioni della Riforma?
“Le P.A. rimanenti si stanno adeguando e ogni giorno arrivano nuovi piani della performance delle varie amministrazioni. Al fine di stimolare le altre P.A., tutta la documentazione viene subito messa on line sul sito www.civit.it. Per i dirigenti responsabili di eventuali inadempimenti, inoltre, ci potrebbero essere conseguenze di carattere economico”.
In che modo saranno organizzate le verifiche periodiche sul raggiungimento degli obiettivi prefissati?
“Abbiamo predisposto una griglia nella quale inseriremo tutti i dati desunti dalla documentazione inviata dalle P.A. In seguito verificheremo le modalità di redazione del Piano della performance e i criteri attraverso i quali è stata assicurata la trasparenza dell’azione amministrativa e il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Un’ulteriore verifica è prevista per la fine del 2011, quando gli Organismi Indipendenti di Valutazione, dopo aver svolto un’azione di sollecitazione e vigilanza, prepareranno un rapporto dettagliato che sarà valutato dalla Commissione. Alla luce del controllo di gestione svolto durante l’anno, il rapporto dovrà analizzare il raggiungimento degli obiettivi, e in caso contrario i motivi che lo hanno impedito.
Queste relazioni saranno, anche come individuazione delle buone prassi, particolarmente utili per adeguare il Piano della performance dell’anno successivo. Il nostro obiettivo è passare progressivamente da un’attività di regolamentazione ad un’attività di verifica dell’attuazione dei regolamenti”.
Qualche perplessità viene dal Programma Triennale della Trasparenza, adottato soltanto nel 58% dei casi censiti.
 “La trasparenza è indispensabile perché consente ai  cittadini di conoscere, non  soltanto la situazione dei singoli che operano nell’ambito di ogni ente, ma anche in generale il modo di operare  dell’amministrazione.. In questo modo i cittadini, attraverso forme dirette di partecipazione e di controllo sociale, si rendono conto dell’attività amministrativa delle P.A. La possibilità di controllare direttamente l’operato di un comune, ad esempio, diventerà fondamentale nell’attuazione del federalismo fiscale. Per garantire metodologie di comunicazione uniformi, le P.A, seguendo alcune linee guida, dovranno aggiornare o istituire un sito web contenente informazioni sul conferimento degli incarichi, sul trattamento retributivo e sugli indicatori di efficienza e di efficacia relativi all’attività svolta e ai servizi resi.
L’attuazione del principio di trasparenza, inoltre, rappresenta un ottimo volano per prevenire i fenomeni di corruzione, in quanto la partecipazione e il controllo sociale dei cittadini possono concorrere a favorire l’integrità dell’azione amministrativa. In tema di trasparenza, infine, le P.A. saranno chiamate ad adottare alcune iniziative concrete, come le giornate della trasparenza, utili per idealizzare il contatto con i cittadini e le associazioni dei consumatori”.
Un’ulteriore criticità emerge nella definizione degli standard di qualità dei servizi, definiti soltanto in 14 P.A. su 53 censite.
“Le amministrazioni hanno bisogno di tempo per adeguarsi a questi principi. In base all’art. 28 del D.Lgs. 150/2009, la Civit, che intanto continua ad avere problemi di organico limitato, ha il compito di proporre al Presidente del Consiglio dei Ministri una direttiva riguardante la determinazione generale degli standard di qualità, l’adozione e l’adeguamento delle carte dei servizi e l’indicazione di eventuali indennizzi ai cittadini in caso di inadempienze della P.A. rispetto ai precetti della Carta”.
Quali saranno le prossime mosse della Civit e quale contributo si aspetta da strutture di formazione e assistenza tecnica come Formez PA e FormezItalia?
“Credo che il monitoraggio della riforma ad opera del Formez dovrebbe proseguire  con cadenza semestrale per consentire alla Funzione  pubblica e alla Civit, nell’ambito delle rispettive
e autonome competenze, di intervenire tempestivamente in caso di ritardi e di inadempienze nell’attuazione della Riforma Brunetta. Mi auguro, in questo quadro, che a tale attività Formez PA e FormezItalia continuino a coniugare quella di divulgazione e formazione”.

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Giovedì, 13 Luglio, 2017 - 12:27