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Leadership educativa e autonomia scolastica. Il governo dei processi formativi e gestionali nella scuola di oggi (a cura di Gaetano Domenici e Giovanni Moretti)

Creato il:  6 Marzo 2012

Recensione di Marialuisa Bagatella

 
Il titolo del volume, di recente pubblicazione, "Leadership educativa e autonomia scolastica. Il governo dei processi formativi e gestionali nella scuola di oggi", a cura di Gaetano Domenici e Giovanni Moretti, edito nella collana "I problemi dell'educazione" dalla casa editrice Armando, orienta subito il lettore su un tema attuale, la leadership educativa e i problemi connessi alla dirigenza scolastica, come elementi determinanti della qualità degli esiti formativi. Gli argomenti proposti nel libro sono l’esito di un lavoro di équipe degli autori che da alcuni anni promuovono il Master di secondo livello dell'Università degli Studi Roma Tre in Leadership e management in educazione. Dirigenza scolastica e governo della scuola. La pluralità dei contributi rispecchia le diverse esperienze degli autori in campo educativo e conferisce al volume una molteplicità di punti di vista e di strumenti utili alla riflessione critica, basilare nella formazione del dirigente scolastico.
Il libro è suddiviso in tre parti. La prima parte, Culture e teorie, tratta e approfondisce le più recenti teorie in materia di leadership muovendo da analisi e contributi su quanto accade a livello internazionale ed europeo; la seconda parte, Il quadro istituzionale, è dedicata alle riforme istituzionali varate dal '90 in poi, le quali hanno modificato radicalmente l'organizzazione dello Stato e della scuola; nella terza parte, La leadership in azione, i paradigmi teorici e le normative sono declinate nell'azione concreta del dirigente scolastico.
Nel primo capitolo, Gaetano Domenici, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre dove insegna Organizzazione didattica e processi valutativi, evidenzia alcuni punti chiave, esaminati in funzione della complessità sociale, che richiede un sistema scolastico in grado di dare risposte qualitative alle nuove esigenze formative. Ne consegue la rilevanza della cultura intesa, come afferma Domenici, quale “adattamento dinamico e una capacità modificativa del mondo”, alla cui formazione concorrono in larga parte “le condotte culturali e professionali dei docenti e dei dirigenti scolastici”. Altro elemento determinante è la centralità della funzione della scuola pubblica, così depauperata negli ultimi anni da politiche miopi che non sono state in grado di individuare il valore strategico della sua funzione educativa e formativa.
Nel secondo capitolo Giovanni Moretti, Professore associato presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Roma Tre dove insegna Didattica della lettura e Organizzazione didattica e processi valutativi, entra nel merito delle complesse funzioni della dirigenza scolastica e come da essa dipenda il clima interno alla scuola, mettendo in luce l'importanza dello sviluppo professionale dei docenti nell'ottica della qualità dei processi e dei risultati formativi. A  tale scopo le competenze di leadership rispondono meglio alle esigenze di un sistema complesso quale l'istituzione scolastica autonoma, che in virtù della destinazione di scopo istituzionale, ha bisogno di una leadership diffusa e di professionisti competenti e responsabili, in grado di condividere finalità e obiettivi dell'azione formativa e di agire coerentemente ad essi, senza perdere di vista i bisogni formativi e le risorse del territorio.
Il dirigente scolastico deve saper agire localmente  consapevole delle indicazioni provenienti dall’Unione europea, soprattutto delle esperienze e riflessioni di carattere globale, illustrate nel terzo e quarto capitolo, rispettivamente ad opera di Giovanna Barzanò, Dirigente Tecnico alla Direzione Generale  per gli Affari Internazionali del MIUR e Visiting fellow dell’Institute of Education dell’università di Londra e Peter Earley, professore di Leadership educativa presso l’Università di Londra e direttore di ricerca presso il London Centre for Leadership in Learning, dove viene esaminato il tema della leadership in ambito internazionale.
Nello specifico Barzanò mette in evidenza l'importanza del concetto di cultura a tutti i livelli, dal contesto locale a quello globale, prendendo in esame le ricerche di Geert Hofstede, il quale ha condotto uno studio approfondito sulle culture, valutando i questionari somministrati a manager che operavano nelle filiali della multinazionale IBM in più di 50 Paesi del mondo. Conclude il suo contributo affermando che in un momento critico e di incertezza la conoscenza delle diverse culture offre l'opportunità al leader educativo di comprendere meglio i processi in corso e sviluppare in modo più efficace la propria azione riflessiva.
Peter Earley sottolinea l'importanza della leadership centrata sull'apprendimento e della maggiore consapevolezza dei relativi processi e dinamiche in una comunità formata da alunni e adulti favorendo, così,  un incremento della motivazione e della continua crescita professionale, a garanzia della qualità del sistema educativo.
La prima parte, Culture e teorie, si conclude con il quinto capitolo di Valeria Biasi, Professore associato di Psicologia della personalità presso l’Università Roma Tre, la quale approfondisce le influenze delle variabili psicologiche negli ambiti educativi, nonché le relative conoscenze e competenze necessarie al leader educativo. Particolare attenzione è posta sulla gestione delle dinamiche conflittuali, sulla individuazione delle personalità dei discenti e sull'importanza della conoscenza di tali dinamiche da parte del dirigente scolastico, allo scopo di saper promuovere processi di mediazione significativi ed efficaci.
Le competenze socio-psico-pedagogiche  del dirigente scolastico sono risorse indispensabili che egli deve saper coniugare alla conoscenza e all'applicazione delle normative esistenti, esplicitate nella seconda parte del volume.  Alfonso Rubinacci, esperto di sistemi formativi e di politiche scolastiche, nel sesto capitolo, mette in evidenza la portata delle riforme istituzionali attuate dagli anni '90 in poi, le quali hanno radicalmente modificato l'assetto dello Stato e, di conseguenza, delle istituzioni scolastiche diventate autonome con il DPR 275/99. Tali riforme definite dall’autore "una rivoluzione tuttora incompiuta", poiché molti sono i ritardi, ma anche le contraddizioni definite "centralismi di ritorno" che impediscono il trasferimento delle competenze dal potere centrale alle istituzione scolastiche.
La nuova organizzazione dell'Amministrazione statale, da accentrata e burocratica, con la riforma del Titolo V della Costituzione, ha conferito rango costituzionale alle precedenti riforme, compresa l'autonomia scolastica che, per assicurare il successo formativo, ha bisogno di dirigenti scolastici che rispondano dei risultati, garantiscano l'unitarietà della gestione di un'organizzazione complessa secondo i criteri di trasparenza, efficienza ed efficacia.
Nel settimo capitolo, Paola Gallegati, Dirigente Scolastico, approfondisce quali siano le responsabilità del dirigente scolastico nella scuola dell'autonomia tra  poteri e doveri, questi ultimi stabiliti dalle norme che definiscono i confini entro i quali egli potrà esercitare le proprie funzioni e la propria leadership, nell'ottica della rendicontazione, quale garanzia di qualità dei processi formativi e delle procedure ad essi collegate.
Nel capitolo successivo, Eva Pasqualini, Dirigente Scolastico, entra nel merito della specificità delle organizzazioni scolastiche evidenziando la complessità della gestione di un sistema che è in continua trasformazione e  come le modalità di conduzione e di leadership siano determinanti ai fini del raggiungimento degli obiettivi prefissati. Le organizzazioni a legame debole, come le istituzioni scolastiche, hanno bisogno di procedure snelle e flessibili che permettano un adeguamento veloce alle problematiche che man mano si presentano. La capacità del dirigente di promuovere una leadership diffusa potrà rafforzare il senso di appartenenza della comunità educativa, creando quelle sinergie utili a trasmettere una cultura diffusa e  condivisa degli obiettivi che la scuola intende perseguire.
La seconda parte si conclude con il capitolo di Liliana Borrello, Dirigente Tecnico alla Direzione generale per l’istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni del MIUR, che tratta delle recenti riforme della scuola secondaria superiore, nell'ottica delle linee di tendenza europee definite dagli obiettivi di Lisbona 2010 e successivamente da quelli di Europa 2020, che individuano come priorità una formazione basata su competenze che favoriscano l'apprendimento permanente e la trasparenza delle qualifiche  ai fini dell'occupabilità, della coesione sociale e del benessere dei cittadini dell'Unione europea.
Le riflessioni di Liliana Borrello si completano con quanto espresso da Marcello Salerno, nel capitolo dodici  dell'ultima parte del volume, a proposito di finanziamenti comunitari, intesi come risorse per ampliare le conoscenze e le opportunità dei soggetti in formazione in ambito europeo, tramite l'elaborazione e la gestione di progetti coerenti con le finalità dei programmi di formazione europei.
L'ultima parte del volume, La leadership in azione, è dedicata alla cultura di progetto e della progettazione della scuola autonoma.
Antonio Valentino, Dirigente Scolastico, evidenziando la necessità che la progettazione debba essere lo strumento strategico per il POF, chiarisce i termini allo scopo di evitare fraintendimenti o tecnicismi inutili, richiamando l'attenzione del lettore alla pedagogia del progetto e agli strumenti più funzionali in un sistema educativo.  Pur prendendo spunto da altri contesti, li rielabora allo scopo di sollecitare la riflessione sulle specificità e la necessaria flessibilità della progettazione educativa, che dovrà saper rispondere alle esigenze formative specifiche e della comunità e infine essere sottoposta a verifica e valutazione.
Nel capitolo undici, Jaap Scheerens, Professore di Organizzazione e management dell’Educazione presso l’Università di Twente (Olanda),  definisce gli indicatori educativi come strumenti indispensabili per effettuare comparazioni tra diversi contesti e sistemi di istruzione e formazione ed anche per l'autovalutazione di istituto, allo scopo di favorire il monitoraggio e, soprattutto, il miglioramento continuo della qualità dell'offerta formativa.
La molteplicità e la peculiarità con cui sono trattati gli argomenti, dai numerosi e prestigiosi autori del volume presentato, può fornire a coloro che sono impegnati in esperienze di leadership educativa, interessanti spunti di approfondimento e di riflessione critica sulle teorie e le esperienze più innovative esistenti nel contesto interno ed internazionale.
L’elaborazione critica proposta nel libro, trattando temi cruciali del governo dei processi formativi nelle scuole autonome, può essere oggetto di autoriflessione e di formazione per il dirigente scolastico, responsabile del delicato e difficile compito di garantire la gestione unitaria di una scuola pubblica di qualità e del diritto al successo formativo degli studenti. Questi sono fattori determinanti per l’innalzamento culturale dei cittadini, sempre più protagonisti del cambiamento e dello sviluppo economico e democratico.

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Giovedì, 13 Luglio, 2017 - 12:27