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"Mente e bellezza. Arte, creatività e innovazione", di Ugo Morelli, Allemandi Editore, 2010

Creato il:  9 Marzo 2011

 

 

 

 

Recensione a cura di Gianluca Cepollaro

 

La mente è relazionale e noi tutti in quanto esseri umani siamo costitutivamente creativi, ossia siamo dotati di una creatività originaria che ci permette di istituire delle discontinuità nell’esperienza estetica. L’analisi di diverse forme di esperienza estetica (creazione artistica, elaborazione del sacro, formulazione di ipotesi scientifiche, progettualità politica, amore) mostra che è possibile, andando all’origine ed alla radice dei fenomeni, individuare tracce comuni in tutta l’esperienza umana. È questa l’ipotesi centrale di “Mente e bellezza”, l’ultimo importante ed impegnativo libro di Ugo Morelli.
Anche l’educazione e la formazione sono esperienze estetiche, esse riguardano la connessione tra mondo interno e mondo esterno mediata dal principio di immaginazione. L’educazione e l’azione per l’affermazione della bellezza, possono avvalersi oggi di importanti contributi provenienti dalle neuroscienze cognitive e dalla neurofenomenologia. Il libro di Morelli intende essere un contributo a questo filone di ricerca cercando di concorrere non solo a comprendere più approfonditamente il ruolo dell’esperienza estetica nella vita umana, ma a ri-figurare contenuti e metodi per l’educazione e l’azione, valorizzando le interdipendenze e le emergenze tra mente, apprendimento, creatività e innovazione. “L’esperienza estetica interessa di solito il legame con gli altri e col mondo, l’ordine simbolico e la struttura dei significati. Interessati sono perciò i processi di connessione tra mondo interno e mondo esterno, mediati dal principio di immaginazione. Mentre siamo embedded nei contesti della vita, allo stesso tempo siamo in grado di tendere verso l’inesistente, verso ciò che ancora non c’è, concependolo simbolicamente”. È quindi attraverso l’immaginazione e la creatività che inventiamo i mondi possibili frutto di menti relazionali incarnate.
La bellezza a cui fa riferimento Morelli è svincolata dal canone e dalle convenzioni: essa emerge tra il sé e le sue possibilità di espressione. Come dice Paul Auster “se c’è bellezza, è la bellezza che sentiamo in noi”, quindi non una bellezza che è “là fuori” e che contempliamo. Ogni qual volta svuotiamo l’educazione e la formazione dal loro contenuto relazionale per renderle strumenti di trasmissione della conoscenza stiamo negando e rimuovendo il valore della relazione, stiamo cioè operando un tentativo di negazione delle possibilità di connettere il nostro mondo interno con il nostro mondo esterno. Stiamo mortificando gli altri e noi stessi, nel senso che stiamo perdendo possibilità di evoluzione. L’educazione e la formazione devono saper orientare all’emancipazione da una condizione di minorità, allo sviluppo individuale, organizzativo, istituzionale, sociale e soprattutto civile. Studiare le possibilità della creatività umana nell’educazione vuol dire anche cercare di comprenderne i vincoli e gli ostacoli, primi tra tutti il conformismo e la saturazione che sono alla base della negazione della generatività del conflitto e dell’affermazione di una logica di dominio e manipolazione.
Il testo di Morelli di caratterizza per il suo essere un’operazione di continua tessitura, un tentativo di  ricomporre le lacerazioni del nostro modo di fare ricerca ed educazione (scienze naturali e scienze umane; arte e scienza; materialità e spiritualità). Attraverso un continuo lavorio, Morelli cerca di superare i dualismi che vincolano il pensiero, di collocarsi in uno spazio intermedio, di continua ricorsività tra micro e macro, interno ed esterno. Così come nello stile dell’autore, il testo si caratterizza per il superamento degli angusti confini disciplinari, non in modo erudito e fine a se stesso, ma attraverso una ricollocazione in un approccio teorico capace di rendere conto della complessità dell’esperienza estetica. Connettendo i più qualificati contributi delle neuroscienze, della psicologia, dell’antropologia, ma anche della letteratura, delle arti figurative e dell’arte moderna (a proposito il libro è corredato da quindici splendide immagini), Morelli propone una lettura originale frutto di un decennale percorso di ricerca che si distingue innanzitutto per la critica radicale a qualsiasi approccio riduzionista alla comprensione della mente umana. Il risultato, come scrive Vittorio Gallese nella postfazione, “è una mirabile sintesi che è tanto più interessante in quanto non costituisce uno sfoggio erudito di eclettismo multidisciplinare, ma rappresenta un importante contributo alla ridefinizione della nozione di estetica e creatività, che sa cogliere il contemporaneo mutamento di paradigma, trasversale alle scienze umane e a quelle biologiche”.
 

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Giovedì, 13 Luglio, 2017 - 12:27