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PA, Madia: Trasparenza e partecipazione principi cardine. Definire il profilo del giornalista pubblico

Creato il:  7 Febbraio 2018

«Penso che trasparenza e partecipazione siano oggi dei principi cardine e dei doveri, non più delle opzioni». Per questo «nell'atto di indirizzo sul primo contratto del pubblico impiego che abbiamo rinnovato sul comparto delle funzioni centrali, ho voluto introdurre un aspetto fondamentale, che poi ha trovato vita nel contratto firmato prima di Natale, cioè la definizione di nuove figure professionali per la comunicazione e informazione nella pubblica amministrazione».

Lo ha detto la ministra per la Semplificazione e Pubblica amministrazione, Marianna Madia, in occasione del convegno 'Il cittadino al centro. Nuovo giornalismo pubblico e social al servizio della Trasparenza totale', organizzato a Palazzo Vidoni da Formez PA e Ocse, all'interno della settimana dell'amministrazione aperta 2018. 

"La comunicazione può fare molto per la piena attuazione del FOIA - ha detto il Capo Dipartimento, Pia Marconi - diffondendo informazioni di interesse generale per i cittadini, e nel fare questo le tecnologie e inuovi strumenti come i social sono di grosso aiuto, perché vanno incontro all'utente, sono quelli usati dai cittadini".

VIDEO INTERVENTI

Marianna Madia, Ministro per la Semplificazione e Pubblica Amministrazione​

Pia Marconi, Capo Dipartimento Funzione Pubblica

Sergio Talamo, Formez PA

Alessandro BellantoniResponsabile dell’Unità di Governo Aperto OCSE 

Raffaele Lorusso, segretario FNSI

Ernesto Belisario, avvocato DFP

Francesco Di Costanzo, Presidente Associazione PASocial

Gabriela JacomellaRicercatrice School of Transnational Governance dell'European University Institute

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Affinché i processi positivi portati avanti «siano il più utili possibile, servono persone e competenze giuste. Senza le competenze non si sfrutta pienamente il potenziale della trasparenza», ha sottolineato la ministra.

«La norma dell’articolo 95 del contratto del pubblico impiego – ha spiegato Raffaele Lorusso – richiede la definizione di profili, qualifiche e prestazioni che siano in linea con le peculiarità della professione giornalistica. Oltre che di una piena flessibilità delle prestazioni, bisognerà ragionare sul corretto inquadramento contrattuale e previdenziale dei giornalisti della pubblica amministrazione, così come dell’accesso all’assistenza sanitaria e al fondo di previdenza complementare».

È poi necessario superare la divisione tra comunicazione e informazione nella pubblica amministrazione. «Sono attività complementari – ha osservato Sergio Talamo –. Le distinzioni potevano avere senso nel 2000, ma oggi, alla luce delle molteplici piattaforme con cui l’amministrazione pubblica interagisce con il cittadino, è necessario lavorare al profilo professionale di giornalista pubblico. Oltre che contrattuale, ovviamente, il percorso dovrà essere anche legislativo, perché si tratta di superare la legge 150 e la stessa legge ordinistica, datata 1963».

Durante l'evento è stata presentata l'edizione aggiornata del book in progress "Social media e PA, dalla formazione ai consigli per l'uso"

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Mercoledì, 7 Febbraio, 2018 - 08:21