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PA Social Day a Roma: sosta al binario F

Creato il:  3 Luglio 2019

di Cecilia Vedana

Sono intervenuti: Francesco Di Costanzo - Presidente PA Social; Gianluca Garro-Coordinatore PA Social Lazio; Laura Bononcini - Public Policy Director Southern Europe, Facebook; Isabella Targa - Coordinamento Camere di Commercio – Valerio Imperatori -Digital4Democracy e Cedat 85; Marco Laudonio- Dirigente MEF; Livio Gigliuto- Direttore dell'Osservatorio Nazionale sulla Comunicazione digitale e Vicepresidente Istituto Piepoli; Caterina Perniconi - Responsabile Formazione PA Social; Angela Creta-PA Social Lazio; Luigi Mingrone e Stefania Della Pietra-Automobile Club D'Italia; Stefano Cazora- Arma dei Carabinieri; Giulia Agostinelli, Claudia Scardino, Alessandra Gambadoro, Assunta D’Aquale, Loretta Ciciarelli – PA Social Lazio.

Un evento in tutta Italia…

Ancona, Bagheria, Bologna, Campobasso, Firenze, Grado, Milano, Napoli, Padova, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Sassari, Taranto, Torino, Trento, Vado Ligure, Roma: 18 sono le città dove si sono svolti gli incontri, promossi da PA Social, dedicati alla nuova comunicazione pubblica. Ad ogni città un tema: fake news; trasparenza e legalità; educazione con i social; big data e open data; cultura; turismo; contenuti e strumenti per i piani editoriali della PA; ambiente, sanità, qualità della vita; mobilità e sviluppo sostenibile; semplificazione; fondi europei; valorizzazione del patrimonio archeologico e culturale; nuove professioni e organizzazione di comunicazione e informazione; sviluppo e comportamenti sostenibili; etica e felicità della comunicazione della PA; digital education e digital community nella PA; beni culturali per l’industria del turismo; emergenza. Tutti gli eventi sono stati svolti in contemporanea, dalle 9,30 alle 13.30 e trasmessi in diretta streaming.

A Roma si è parlato di…

A Roma, al binario F della stazione Termini, si è parlato di comunicazione pubblica e networking: comunicare l’innovazione sul territorio. Il binario F è un mondo che non ci si aspetta. E’ un luogo dove si aprono spazi fisici e mentali, dove si fondono innovazione, comunicazione, social, lavoro, progettazione ed eleganza nel design. Un luogo di bellezza, se con questo termine immaginiamo un posto dove anche lo spirito e l’intelletto trovano pace, stimolo e voglia di creare e sviluppare nuove idee.

La sala, dedicata all’evento romano, si affaccia su uno spazio aperto dove chi vuole può sedere su cuscini adagiati su bancali, e bere un caffè. Tutto è essenziale, luminoso e pulito, adatto per favorire la riflessione, la creatività. Proprio qui, a casa di Facebook, si è svolta nei mesi scorsi anche la PA Social Academy con sessioni sulla comunicazione social della PA. Sono stati, come ricorda la stessa Laura Bononcini (Facebook), 15 incontri dedicati alle nuove tecnologie di comunicazione e alle best practices maturate e raccontate dai loro attuatori.

Allo scoccare delle 9.30 Francesco Di Costanzo - Presidente di PA Social, in contemporanea con le altre 17 location, apre i lavori ricordando come solo in Italia ci sia un evento di tale portata e come anche l’OCSE abbia riconosciuto il valore innovativo di questo movimento per la digitalizzazione della comunicazione pubblica. Piacevole sentire che una volta tanto siamo i primi, siamo quelli che qualcuno chiamerebbe ‘visionari’, capaci di vedere oltre, di leggere nelle maglie del cambiamento.

La nuova comunicazione social…

Di Costanzo parla di nuova comunicazione pubblica, ma già si corregge, consapevole che ormai non è più “nuova”: nella comunicazione social le modalità del dialogo tra PA e cittadino si stanno delineando con continuità e creatività. E’ proprio qui che sta la sfida. Questa dimensione della comunicazione sta già rivoluzionando il linguaggio, il modo di fare informazione e comunicazione, la relazione tra PA e il cittadino. Quest’ultimo, per citare un esempio di particolare valore, è messo in condizione di chiedere via social l’accesso generalizzato e di valutare i servizi della PA, come previsto dal Decreto 33, articolo 10 comma 9, in cui la trasparenza viene intesa «come una dimensione principale ai fini della determinazione degli standard di qualità dei servizi pubblici da adottare con le carte dei servizi».

Per Di Costanzo occorrono competenza e policies specifiche, nonché capacità di usare linguaggi e modalità comunicative innovative: “La nuova comunicazione pubblica sui social non è un’attività per smanettoni, i numeri sono in crescita, c’è voglia di nuova comunicazione, un’attività professionale vera… trasparenza, legalità, fake news, ambiente, sanità, emergenza stanno nella vita quotidiana dei cittadini ed è lì che bisogna stare... l’obiettivo è rendere normale la comunicazione social, integrarla con quella professionale, fare crescere le nuove professionalità”.

Andare insomma verso la nuova “legge 151” che supera la 150/2000, nata quando internet era quasi agli albori e i social non facevano certo parte della vita quotidiana di ognuno di noi. Si deve andare, come ha proseguito Di Costanzo, verso “il riconoscimento di chi vuole fare questo mestiere”. Si tratta di una “comunità di comunicatori della PA” che si scambiano nuove pratiche di comunicazione social con l’obiettivo di farla crescere e di “non scendere mai dal carro dell’innovazione social” conclude Di Costanzo.

Livio Gigliuto - Direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Comunicazione digitale, ha sottolineato come “mentre solo tre anni fa si diceva che la PA dovesse stare sui social, 2 anni fa si diceva che ci si doveva stare, ma bene, oggi si parla di costruire un rapporto con il cittadino”. I social non sono più solo il terreno dei più giovani, oggi 8 cittadini su 10 vogliono che la PA sia sui social e 7 italiani su 10 vogliono essere informati sui social. Come deve parlare la PA sui social? Il 59% degli intervistati dice che deve comunicare in modo informale con video, emoticon. La maggioranza degli intervistati si aspetta una PA che comunichi sui social ma “senza cravatta”.

Territorio, democrazia e digitalizzazione …

Isabella Targa - Coordinamento Camere di Commercio, ci racconta di come InfoCamere lavori, su tutto il territorio nazionale, alla digitalizzazione dei servizi per le imprese, attraverso l’attivazione di servizi necessari alle Camere di Commercio e alle imprese, tra i quali l’attivazione dello SPID, il cassetto digitale, la firma digitale, il Digital Assessment “Selfi4.0” e cioè il test di autovalutazione della maturità digitale da parte delle imprese Tutto ciò operando anche attraverso i vari PID - Punti di Impresa Digitale, in un dialogo attivo e funzionale tra pubblico e privato.

Il valore della digitalizzazione e della partecipazione alle decisioni politiche, da parte del cittadino utente della PA, è il tema che Valerio Imperatori - Digital4Democracy e Cedat 85, ha sviluppato con il suo intervento sottolineando come spesso gli amministratori pubblici non siano ancora pronti alla trasparenza totale e richiedano dei “filtri” di accesso alla piattaforma Cedat85, che è in uso a 150 comuni italiani e che prevede non solo la possibilità per il cittadino di partecipare ai consigli comunali, ma anche di “essere avvertito” qualora venga affrontata una tematica a lui cara, con la conseguente possibilità di intervenire al dibattito. Si tratta di uno strumento che prevede grande apertura da parte dell’amministrazione, chiamata non ad aprire, ma a spalancare le porte al cittadino per  entrare attivamente nel processo di formazione delle decisioni: “il diritto - dice Imperatori- del cittadino di partecipare ai processi di formazione delle decisioni amministrative”. “I social possono aiutare i cittadini ad avvicinarsi alla PA in modo totalmente nuovo. Questa crisi non va solo risolta con la comunicazione social… lanciamo una campagna via social rivolta agli amministratori. E’ un diritto dei cittadini partecipare alle decisioni politiche e il funzionario e amministratore ha il dovere di conoscere la normativa ed è suo dovere rispondere al cittadino”. Imperatori, quindi, vede proprio nella scarsa capacita, dimostrata a volte dagli amministratori, l’ostacolo all’apertura alla partecipazione  del cittadino alle decisioni pubbliche.

L’educazione digitale ...

Marco Laudonio- Dirigente MEF, ha raccontato l’esperienza del “Il mese dell’educazione finanziaria” che tornerà ad ottobre 2019. Un percorso di educazione finanziaria adottata con la finalità di raccontare la finanza ai non addetti ai lavori, attraverso un linguaggio agile e un approccio bottom up. Laudonio si è soffermato sul valore dell’educazione digitale (educazione civica) da introdurre nelle scuole, come prerequisito alla partecipazione civica. Questa riflessione trova il conforto di dati importanti di fonti come il DESI 2019 secondo cui siamo agli ultimi posti tra i paesi UE come educazione digitale “solo il 36% degli individui è in grado di utilizzare internet in maniera complessa e diversificata” o come l’OCSE secondo la quale solo 7 italiani su 10 sono mediamente “analfabeti funzionali”.

Secondo lo studio compiuto da PA social Lazio “I Comuni del Lazio sui social network”, presentato da Giulia Agostinelli-PA Social, su 24 comuni analizzati l’80% non ha una social media policy e il 65% di questi non specifica chi stia dietro la tastiera, chi insomma sia il social media manager. Chi gestisce gli account social sono spesso gli uffici comunali, la Giunta, l’assessore o l’URP. Manca purtroppo la figura specifica del comunicatore social. C’è ancora molto da fare per coprire il divario tra ciò che vorremmo fare e quello che siamo attualmente in grado di fare, il percorso è ancora lungo. “Fondamentale è potere ampliare il dibattito, sollecitare un confronto, raccogliere idee e proposte, allargare ulteriormente la rete della nuova comunicazione” come si legge tra gli obiettivi dichiarati di questo evento.

 

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Mercoledì, 3 Luglio, 2019 - 10:49