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Progetto PCCC: svolte 4 visite di studio ai Centri di Cooperazione di Polizia e Dogana

Creato il:  13 Giugno 2012

a cura dell'UFFICIO ATTIVITÀ INTERNAZIONALI

Nei primi 6 mesi di attività del progetto PCCC, volto alla creazione di un network di centri di cooperazione di polizia e dogana e finanziato dal programma della Commissione europea ISEC Action Grant 2010, si sono svolte le visite di studio e analisi presso i 4 centri italiani di Ventimiglia e Modane (Italia-Francia), Chiasso (Italia-Svizzera) e Thörl Maglern (Italia-Austria-Slovenia).
 
I Centri di Cooperazione di Polizia e Dogana, costituiti da personale delle forze di polizia e dogana dei paesi europei tra loro confinanti, sorgono presso i confini terrestri. In Europa, attualmente, ne esistono 38 e alcuni coinvolgono anche 3 o più paesi, come nel caso italiano di Thörl Maglern vicino Tarvisio.
 
I centri, pur vedendo lavorare congiuntamente le forze di polizia di diversi paesi, mantengono una loro indipendenza in termini di metodologia di gestione delle informazioni e di procedure di archiviazione e interrogazione dei registri/database nazionali. La loro dipendenza dalle autorità centrali dei rispettivi paesi fa sì che le informazioni scambiate all’interno del centro siano precluse alla condivisione con altri centri. In un’Europa ormai libera nella circolazione delle merci e delle persone, la facilità di spostamento tra più paesi è ad appannaggio anche della criminalità organizzata, ne consegue pertanto la necessità di uno scambio più rapido possibile delle informazioni di polizia detenute dagli uffici preposti alla cooperazione internazionale.
 
Il Progetto coordinato dal Servizio di cooperazione internazionale di polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale ha quindi il fine di costituire una soluzione informatica e procedurale volta a condividere, nel pieno rispetto delle norme in materia di sovranità nazionale e protezione dati, il patrimonio informativo detenuto dai centri.
 
Durante le visite ai centri si è proceduto a verificare le dotazioni tecniche, in termini di collegamenti informatici (l’insistenza di alcuni centri in territorio estero e l’esigenza di assicurare la protezione dei dati da far circolare sulle reti informatiche pone non pochi ostacoli) e di hardware. Quindi si è proceduto ad analizzare le procedure in vigore per lo scambio informativo per verificarne la corrispondenza con le norme imposte a livello europeo nonché per valutarne la successiva armonizzazione.
 
Per questi motivi al ciclo di visite hanno partecipato esperti in materia di immigrazione e di cooperazione di polizia della DCPC e dell’Ufficio Informatica, unitamente ai coordinatori dei 4 centri. I risultati ottenuti consentiranno di stimare le esigenze di dotazione Hardware e Software e procedere poi all’acquisto. Le analisi delle procedure e i correttivi suggeriti dagli esperti saranno illustrati in un primo workshop che si terrà a Roma nel prossimo autunno con la partecipazione dei massimi esperti di molti paesi europei e dell’area balcanica.
 
 

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Giovedì, 13 Luglio, 2017 - 12:27