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Rassegna Stampa #SmartItalia lezioni per il futuro

Creato il:  26 Giugno 2020

Rassegna Stampa #SmartItalia lezioni per il futuro del 26/06/2020

Cos’è                                                                                                                       

La Rassegna Stampa #SmartItalia legge tra le righe delle pagine dei giornali cercando elementi di cambiamento e nuove ipotesi per affacciarsi alla fase 2, arricchiti dall’esperienza maturata . Un nuovo modo di fare rassegna stampa intercettando alcuni spunti del cambiamento in atto.

PA e smart working

Su Repubblica un articolo analizza il fenomeno dello smart working attraverso i suoi sostenitori e le opinioni di chi, invece, non lo ritiene una valida modalità di lavoro. Il Ministro per la PA, Fabiana Dadone, affida ai dirigenti il compito di decidere quali attività possono essere realizzate con il lavoro agile e quali no. L’obiettivo è di avere, anche dopo il 31 luglio, una buona percentuale di dipendenti della PA in smart working, questo anche per decongestionare citta come Roma. Lo smart working viene visto, da chi non lo apprezza, come una causa del progressivo impoverimento del nostro Paese in termini di consumi, ma “se non si va al bar sotto l’ufficio, si va dal fruttivendolo sotto casa” ha osservato il Presidente di Forum PA Gianni Dominici. Il fatto è che molte regioni lo hanno adottato e lo stanno promuovendo, come ad esempio la Regione Lazio che sta ultimando nuovi uffici per spazi condivisi nei pressi del raccordo anulare di Roma “per permettere a chi abita fuori di non dover attraversare l’intera citta quando ha bisogno di una postazione”.  Anche la Regione Veneto e la Regione Emilia Romagna, così come Cremona, Modena, Bolzano e Verona, lo stanno valorizzando, più critici sono invece in Campania e a Milano.

Un articolo sul Corriere della Sera ricorda che sono rientrati in ufficio solo un dipendente statale su tre, che molti dirigenti sono rientrati, e che su di loro ricade il compito di organizzare il lavoro di oltre 2 milioni di impiegati in smart working. Nel breve pezzo si legge come il Ministro per la PA, Fabiana Dadone, stia definendo con i sindacati un protocollo per il rientro in sicurezza dei dipendenti pubblici e che, dai risultati della consultazione sullo smart working, che saranno presto disponibili, si potrà capire “chi ha lavorato, quanto e come”.

Sul Giornale di Brescia un articolo riporta l’esperienza fatta a Brescia per quanto riguarda lo smart working. L’Inps che prima dell’emergenza aveva solo il 10% del personale, che lavorava da casa, in periodo di emergenza sanitaria tutti i 341 dipendenti della sede centrale hanno lavorato da remoto. In questa occasione, come racconta il direttore Ricci, “è cresciuta la fiducia tra il personale, che è stato responsabilizzato, e l’ente dall’altra e abbiamo dovuto semplificare gli adempimenti richiesti all’utenza”. Anche rispetto all’efficienza e alla produttività, spesso additate come le prime a risentire del lavoro da remoto, viene sottolineato come anche durante il periodo di emergenza sia stato smaltito "il lavoro in entrata, ma anche parte del pregresso”. L’esperienza positiva è stata fatta anche dal Comune di Brescia dove non è stata interrotta quasi alcuna attività e, su 1600 dipendenti, più della metà lavorano da remoto. Anche dall’indagine condotta da Apindustria, tra le aziende del bresciano, emerge che, se prima del Covid otto aziende su dieci non erano intenzionate a usare lo smart working, ora la percentuale è scesa al 55%.

PA e semplificazione

Sul Manifesto un articolo racconta di come si spinga sul Decreto Semplificazione anche per arrivare pronti alla gestione del Recovery Fund a settembre. I temi critici  vanno dai vincoli ambientali, al danno erariale, all’abuso di ufficio, al codice degli appalti. Rispetto a quest’ultimo, le posizioni sono differenti: dall’abolire i vincoli ambientali, all’adozione del “modello Genova”, a chi vede nell’applicazione del codice Anac la strada da perseguire. L’articolo sottolinea così le discordanze e le diverse visioni e si interroga se “se sarà possibile superare ogni ostacolo in tempo per varare il dl entro pochi giorni”.

L’articolo apparso sul Sole24Ore di ieri approfondisce il tema della semplificazione che andrebbe perseguita a vantaggio delle imprese che, al momento sono afflitte in materia fiscale da una serie di adempimenti tributari che le limitano. Se, infatti, alcuni elementi di modernizzazione sono stati introdotti, come lo split payment e la fattura elettronica, sarebbe opportuno prevedere degli interventi per rendere un po’ più facile le vita delle imprese. A questo proposito vengono riportate nell’articolo le parole del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco “Si fa presto a parlare di semplificare, ma occorre una Pubblica Amministrazione che sia in grado di rispondere alle esigenze”. Anche se alcuni adempimenti introdotti hanno certamente dato buoni risultati all’Erario, pur pesando sulle aziende, vanno pensati alcuni nuovi provvedimenti mirati “che facciano sentire un sensibile alleggerimento della burocrazia fiscale”. L’augurio, espresso nell’articolo, è che la crescita economica, tanto auspicata, possa “trovare strade diversificate, ma se programmiamo un futuro con meno burocrazia inutile e più risorse per investire i risultati non mancheranno”.

Strumenti e provvedimenti

Su Italia Oggi un articolo sul bonus vacanze illustra come sia stato chiarito il tema dell’agevolazione fiscale che già dal primo luglio potrà essere fruita. Si legge come ieri sia stata pubblicata la risoluzione n. 33/E che ha istituito il codice tributo 6915 (bonus vacanze) per il recupero dello sconto praticato da imprese turistico ricettive.

Scuola

Sul Corriere della Sera si legge della manifestazione di protesta, in 60 piazze italiane, a causa della bozza di linee guida per il rientro a scuola a settembre, che è circolata qualche giorno fa. Si legge, infatti, di come si apra “una mobilitazione nazionale permanente sulla Scuola”. Regioni, presidi, sindacati e genitori si oppongono alle linee guida perché generiche e perché ‘ributtano’ sui presidi la responsabilità di organizzare le modalità adatte anticovid. Il Ministro per l’Istruzione, Lucia Azzolina, ha nel frattempo ottenuto di destinare un miliardo per la sicurezza nelle scuole e nella nuova bozza molto starebbe cambiando a partire dalla didattica a distanza, non più affiancata a quella tradizionale, ma complementare e quindi come intesa “risorsa da utilizzare solo in caso della reale impossibilità a fare tornare gli studenti in classe”. Dalle nuove linee guida spariscono, inoltre, gli operatori volontari con ruolo di vigilanza per gli studenti. La nuova bozza oggi dovrebbe avere il via libera dalla Conferenza Stato-Regioni. E’ stato anche inserito un riferimento al “cruscotto informatico” che segnalerà le criticità delle aule in termini di sicurezza anti Covid.

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Data pubblicazione: 
Venerdì, 26 Giugno, 2020 - 17:50