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SorrentoMeeting: nuovi modelli di crescita per Mezzogiorno e Mediterraneo

Creato il:  5 Novembre 2013

Analizzare l’attuale scenario dei sistemi produttivi, monitorare i processi di sviluppo e individuare nuovi modelli di crescita per i “Mezzogiorni” d’Europa e del Mediterraneo. E’ stato questo l’intento di Sorrento Meeting, il meeting economico internazionale annuale che si è svolto l’8 e 9 Novembre 2013 all’Hilton Sorrento Palace.

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Obiettivo del Meeting, trasmesso in diretta streaming, è stato quello di “fare il punto” sui cambiamenti economici e sociali, scambiarsi opinioni ed esperienze, individuare nuovi percorsi di crescita.

Il presidente di Formez PA, Carlo Flamment, è intervenuto alla sessione pomeridiana dell’8 novembre  dal titolo “Giacimenti produttivi occupazionali”.

Così Carlo Flamment: "L'errore dei governi occidentali consiste nel non aver previsto l'evoluzione di vita della popolazione. Non si poteva prevedere che in quarant'anni l'aspettiva di vita sarebbe raddoppiata. La popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi nel 2050. Mentre la popolazione europea diminuirà, quella del continente africano aumenterà. Di qui il ruolo del Mediterraneo, che in futuro assumerà nuovamente un ruolo centrale.

Gli over 60 sono sempre più numerosi in Europa occidentale. Questa previsione non è stata fatta quando il welfare che abbiamo oggi è stato studiato: un problema comune a quasi tutti i paesi del vecchio continente. Inoltre, il Pil italiano è quello che è cresciuto di meno dal 2011 a oggi. Un problema che riguarda soprattutto le regioni del nostro Mezzogiorno, che restano al di sotto della media europea".

Ha continuato il presidente di Formez PA: "Per quanto riguarda la disoccupazione complessiva, le regioni del Mezzogiorno mostrano un livello al di sopra della media europea. La situazione si aggrava per l'intero Paese se prendiamo in considerazione soltanto la disoccupazione giovanile. Oggi non è più possibile basarsi sullo stesso quadro di welfare concepito cinquant'anni fa. Le pensioni e la sanità assorbono il 60% del welfare complessivo. Di contro, l'Italia investe troppo poco in istruzione. Esempi come quello della Corea dimostrano, invece, che è possibile aumentare il Pil investendo in istruzione e formazione".

E ha concluso: "A fronte di un welfare squilibrato e di uno scarso investimento sui giovani, quindi, quali sono gli asset strategici su cui il Mezzogiorno può e deve puntare? L'agroalimentare, la green economy, il turismo e i beni culturali. La Spagna, ad esempio, è riuscita nonostante la crisi a prendere il posto dell'Italia, che oggi purtroppo è scesa al terzo posto come destinazione turistica europea. I "BRIC" (Brasile, Russia e Cina) sono riusciti a conquistare un'importante fetta di mercato nel settore del turismo, grazie alla crescita esponenziale degli ultimi anni".


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Giovedì, 13 Luglio, 2017 - 12:28