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"Apprendimento e nuove tecnologie. Modelli e strumenti", a cura di V. Castello e D. Pepe, Franco Angeli, Milano, 2010

Creato il:  9 Marzo 2011

 

Recensione a cura di Fabio Roma

 

“La natura lancia determinate sfide e pone precisi limiti che impattano sulla condizione materiale dell’uomo, e il superamento di tali limiti è […] il campo della tecnologia. Per superarli dobbiamo sapere” (Mokyr , 2002, p. 43).

Chi si avventuri nelle pagine di questo volume – osserva Roberto Maragliano nella Premessa da lui scritta per Apprendimento e nuove tecnologie. Modelli e strumenti – avrà motivi in abbondanza per provare meraviglia rispetto alle “prospettive che si aprono per un pensiero e un impegno pedagogici interessati a far centro sull’apprendimento, mettendo finalmente gli occhi, grazie alle tecnologie specchio, su tutto quanto sta al di sotto della punta dell’iceberg e ad assumere la formazione adulta (dove conta soprattutto l’integrazione tra ciò che si apprende e quanto già si sa e dove su tutto prevalgono interesse, motivazione, condivisione) come modello di carattere generale, anche per la scuola”.

Il volume, curato da Valentina Castello e da Dunia Pepe, raccoglie le riflessioni e le indicazioni emergenti dalle attività di studio, sperimentazione ed innovazione condotte dai ricercatori del Dida Network e dell’ISFOL, oltre che i preziosi contributi di studiosi e professionisti di rilievo nazionale ed internazionale negli ambiti di riferimento del volume, quali: Stefania Aceto, Paola O. Achard, Aureliana Alberici, Attila Bruni, Fulvio Carmagnola, Vindice Deplano,  Paolo Di Rienzo, Claudio Dondi,  Paolo M. Ferri, Maria R. Fiasco, Antonella Fiorenzani, Carlo Giovannella, Eleonora Guglielman, Marco Guspini, Domenico Lipari, Simona Marchi, Fabio Nascimbeni, Daniela Proli, Paola Terzaroli, Giuseppe Varchetta  e Laura Vettraino.

I contenuti del volume muovono dalle tematiche relative all’innovazione dei processi di apprendimento e di formazione, in relazione alla diffusione delle nuove tecnologie, per arrivare a definire un concetto di conoscenza che non è solo lifelong learning ma soprattutto lifewide learning. Sullo sfondo dei grandi mutamenti legati all’avvento della società della conoscenza, il libro si pone dunque l’obiettivo di analizzare l’impatto della diffusione delle ICT sui modelli di apprendimento, di formazione e della stessa organizzazione del lavoro. Il volume intende offrire un quadro organico, seppur inevitabilmente non esaustivo, degli scenari emergenti nei vari territori dell’apprendimento, con un forte taglio multidisciplinare e di integrazione tra modelli teorici e pratiche emergenti. Il filo conduttore seguito dagli autori è l’attenzione alle variabili emotive, cognitive ed esperienziali dei processi di apprendimento e l’impatto su di esse della virtualizzazione in termini di immersività, connettivismo e riflessività.

I diversi contributi, presenti nel volume, nascono e si sviluppano intorno alla consapevolezza che l’innovazione nella knowledge society non è legata ad ambiti specifici e tra loro separati come possono esserlo ad esempio le nuove tecnologie, i modelli di organizzazione del lavoro, il sistema delle conoscenze e dei saperi; al contrario, la spinta innovativa della società contemporanea sembra trarre origine e forza dalle infinite e complesse relazioni disegnate dal modo in cui evolvono, separatamente ed insieme, l’universo delle tecnologie, delle conoscenze e del lavoro umano. L’univeso dei saperi e delle tecniche, in cui l’uomo conduce la sua esistenza e sperimenta il cambiamento, non può restare avulso, all’interno di una vera e propria prospettiva sistemica, da un universo più ampio, un universo che sia legato ad esigenze di rispetto e di salvaguardia del pianeta e di un diritto sostanziale che sancisca la possibilità di accesso per tutti gli individui alla cittadinanza.

Il testo si rivolge ai corsi universitari, master e di specializzazione attinenti la gestione delle risorse umane, la progettazione formativa, il comportamento organizzativo e le strategie di impresa, ai ricercatori degli ambiti pedagogici, della psicologia del lavoro, organizzativi e di sviluppo aziendale.

Il libro si compone di tre parti. La prima parte analizza il modo in cui l’innovazione dei modelli di apprendimento e di formazione, nella società della conoscenza, è legata ai processi di multimedialità e multicanalità resi possibili dalla diffusione delle ICT. La seconda parte del volume è volta a comprendere in che misura ed in che modo le nuove tecnologie influenzano l’evoluzione dei modelli di apprendimento e di formazione sino a ridisegnare aspetti essenziali delle dinamiche di costruzione del sapere e della vita di relazione in cui è immerso l’uomo contemporaneo. I contributi di questa seconda parte intendono valorizzare, specificamente, le indicazioni delle principali progettualità ed esperienze in tema di technology enhanced learning (TEL), con particolare riferimento ai progetti relativi al legame tra immersività, emozione ed apprendimento. Esperienze di ricerca queste, condotte anche da attori ed organizzazioni di rilievo nel panorama nazionale ed europeo. La terza parte, infine, approfondisce e riflette sul fatto che l’apprendimento, nella knowledge society, non solo dura tutta la vita ma permea le diverse dimensioni della vita degli individui proprio perché legato a quelle dinamiche di “intelligenza distribuita” originate, a loro volta, dal grande sviluppo e dalla diffusione dei sistemi e degli strumenti dell’informazione e della conoscenza.

Questi diversi spunti di riflessione consentono di definire soluzioni tecnologiche capaci di definire, a loro volta, i legami stessi tra processi di apprendimento individuale, organizzativo e sociale e, quindi, di valorizzare le sinergie tra competenze individuali (acquisite anche attraverso processi di apprendimento informale, al di là dei confini organizzativi), competenze organizzative (basate sui processi aziendali, guidate dalle caratteristiche dei sistemi competitivi di riferimento) e competenze strategiche (alla base della creazione delle identità collettive e, quindi, del mantenimento di un vantaggio competitivo sostenibile). Ciò significa, (ri)pensare alla formazione come momento e processo al tempo stesso, che si intreccia con l’intero ciclo vitale, si lascia contaminare dalla biografia di ogni individuo, dalla creazione di diversi momenti – formali e non formali, reali e virtuali – grazie ai quali l’individuo costruisce non solo le proprie conoscenze, ma le dimensioni del suo sapere e del suo agire come titolare del diritto di cittadinanza all’interno di una società globale.
 

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Giovedì, 13 Luglio, 2017 - 12:27