Un pacchetto di misure sulla trasparenza fiscale è stato presentato il 18 marzo 2015 dalla Commissione europea, nell’ambito del programma di lotta all’elusione dell’imposta sulle società e alla concorrenza fiscale dannosa per l’Unione. Questo pacchetto mira a introdurre il principio dello scambio automatico di informazioni tra gli Stati membri sui loro ruling fiscali per far si che gli Stati membri dispongano delle informazioni di cui hanno bisogno per proteggere le loro basi imponibili e individuare efficacemente le imprese che cercano di eludere la loro quota di tasse.
Si stima che l’elusione dell’imposta sulle società privi i bilanci pubblici degli Stati membri dell’Unione di vari miliardi di euro l’anno, compromettendo, inoltre, l’equa ripartizione degli oneri tra i contribuenti e la concorrenza leale tra le imprese. Le società sfruttano la complessità delle norme fiscali e la mancanza di cooperazione tra gli Stati membri per trasferire gli utili e ridurre al minimo le loro imposte. E’ quindi necessario potenziare la trasparenza e la cooperazione per la lotta contro la pianificazione fiscale aggressiva e le pratiche fiscali abusive.
Questa proposta di adozione di misure sullo scambio automatico di informazioni dovrebbe consentire, alle autorità fiscali agli Stati Membri di individuare più efficacemente le lacune in materia fiscale o in materia di duplicazioni di imposta.
L’obiettivo finale è quello di cercare di ricostruire il nesso tra il luogo in cui le società realizzano effettivamente gli utili e il luogo in cui sono tassate. Per poter conseguire questo obiettivo, gli Stati membri devono però dare prova di apertura e di saper lavorare insieme.
L’elemento centrale del pacchetto sulla trasparenza fiscale è una proposta legislativa intesa a migliorare la cooperazione tra gli Stati membri in relazione ai ruling fiscali transfrontalieri da essi emanati per dar vita a una nuova era di trasparenza. Attualmente lo scambio di informazioni tra gli Stati membri sui ruling fiscali è estremamente ridotto. È a discrezione dello Stato membro decidere se un ruling fiscale può essere pertinente per un altro paese dell’Unione. Di conseguenza gli Stati membri spesso non sono a conoscenza di ruling fiscali transfrontalieri emanati da altri paesi dell’UE che possono avere ripercussioni sulla loro base imponibile. La mancanza di trasparenza sui ruling fiscali viene sfruttata da alcune società per ridurre artificialmente la loro contribuzione fiscale.
Grazie a queste misure proposte dalla Commissione europea, gli Stati membri ora saranno tenuti a scambiare automaticamente le informazioni sui loro ruling fiscali. La Commissione ha inoltre proposto un calendario rigoroso in base al quale ogni tre mesi le autorità fiscali nazionali dovranno inviare una breve relazione a tutti gli altri Stati membri in merito a tutti i ruling fiscali transfrontalieri da esse emanati. Gli Stati membri potranno poi chiedere informazioni più dettagliate su un determinato ruling.
Lo scambio automatico di informazioni sui ruling fiscali consentirà agli Stati membri di individuare talune pratiche fiscali abusive attuate dalle imprese e di adottare le misure necessarie in risposta. Questo nuovo sistema dovrebbe anche incoraggiare una più sana concorrenza in campo fiscale, in quanto le autorità tributarie saranno meno inclini a offrire alle imprese un trattamento fiscale selettivo una volta che questo sia soggetto al controllo delle loro omologhe negli altri Stati.
Il pacchetto del 18 marzo contiene però anche una comunicazione che delinea una serie di altre iniziative volte a far progredire il programma di trasparenza fiscale nell’Unione tra cui:
- la possibilità di adottare nuovi obblighi in materia di trasparenza per le multinazionali, in base alla quale la Commissione esaminerà la fattibilità di nuovi obblighi di trasparenza per le società, quali la comunicazione al pubblico di determinate informazioni fiscali da parte delle multinazionali;
- la revisione del codice di condotta sulla tassazione delle imprese, considerato uno dei principali strumenti dell’UE per garantire condizioni eque di concorrenza in materia di imposta sulle società. Esso fissa i criteri che stabiliscono se un regime tributario sia dannoso o no e obbliga gli Stati membri ad abolire le misure fiscali dannose che violano il codice. Gli Stati membri si riuniscono periodicamente per valutare la loro conformità al codice. Tuttavia negli ultimi anni l’efficacia del codice nell’eliminare i regimi di tassazione dannosi è diminuita in quanto i suoi criteri non tengono conto di sistemi più sofisticati di elusione dell’imposta sulle società. La Commissione collaborerà pertanto con gli Stati membri per rivedere il codice di condotta e il mandato del gruppo “Codice di condotta” al fine di renderlo più efficace nel garantire una concorrenza fiscale equa e trasparente all’interno dell’UE;
- quantificazione dell’entità dell’evasione e dell’elusione fiscali: in base alla quale la Commissione, insieme a Eurostat, collaborerà con gli Stati membri per esaminare come sia possibile ottenere una stima attendibile del livello di evasione ed elusione fiscali. È sempre più evidente che l’evasione e l’elusione sono estese e causano perdite significative di gettito fiscale. Finora, tuttavia, l’entità e l’incidenza di questi problemi non sono state quantificate in modo preciso. Statistiche affidabili della portata e dell’impatto di tali fenomeni aiuterebbero ad elaborare misure strategiche più mirate per contrastarli;
- abrogazione della direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio: in base alla quale la Commissione propone di abrogare la direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio, dal momento che tale atto è stato superato da una normativa europea più ambiziosa, che prevede uno scambio automatico di più ampia portata per quanto riguarda le informazioni sui conti finanziari, inclusi i redditi da risparmio. L’abrogazione della direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio razionalizzerà il quadro per lo scambio automatico di informazioni finanziarie ed eviterà incertezza giuridica o oneri amministrativi aggiuntivi per le autorità fiscali e le imprese.
Le due proposte legislative di questo pacchetto saranno trasmesse al Parlamento europeo per consultazione e al Consiglio per la successiva adozione. Si prevede che gli Stati membri dovrebbero raggiungere un accordo sulla proposta relativa ai ruling fiscali entro la fine del 2015, in modo che possa entrare in vigore il 1º gennaio 2016.
La prossima tappa sarà costituita da un piano d’azione sulla tassazione delle imprese, che sarà presentato prima dell’estate. Questo secondo piano d’azione si concentrerà sulle misure volte a rendere più equa ed efficiente l’imposta sulle società all’interno del mercato unico e comprenderà un rilancio della base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società (CCCTB) e idee per integrare a livello dell’Unione le nuove azioni dell’OCSE/G20 finalizzate a contrastare l’erosione della base imponibile e il trasferimento degli utili (BEPS).
Staff Europe Direct