di Adriano Frinchi
L’uccisione di Loredana Calì a Catenanuova da parte dell’ex marito, o ancora la ragazza sfregiata al viso dall’ex fidanzato a Gela e l’omicidio-suicidio di Ragusa dove un poliziotto 42enne, prima ha ucciso la moglie con tre colpi di pistola e poi si è tolto la vita, sono solo alcuni dei più eclatanti e drammatici casi di violenza contro le donne registrati nel mese di aprile in Sicilia e finiti sui media nazionali. Nonostante i cronisti di nera abbiano ancora tanto materiale per scrivere nuove e tristi pagine di racconti di femminicidi, c’è una Sicilia che non si rassegna e che ha deciso di puntare tutto sulla prevenzione e il contrasto alla violenza di genere educando i più piccoli.
Proprio in questi giorni nell’ambito del Piano Antiviolenza della Regione Siciliana si sono conclusi in 12 scuole primarie distribuite sul territorio regionale i laboratori sperimentali per bambini delle elementari contro la violenza di genere. Un’iniziativa predisposta dall’Assessorato regionale delle Politiche sociali in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e l’assistenza tecnica di Formez PA che ha coinvolto 260 alunni tra gli 8 e i 9 anni e le loro famiglie, oltre 50 tra docenti e dirigenti scolastici e 14 centri antiviolenza. I laboratori che sono stati svolti dai docenti nelle aule siciliane nei mesi scorsi sono stati possibili grazie ad un kit didattico, preparato appositamente dagli esperti del Formez e destinato agli insegnanti, finalizzato alla creazione di percorsi didattici volti all’educazione alla differenza di genere e alla promozione di relazioni basate sulla tolleranza, sul rispetto, le pari opportunità e contro tutte le discriminazioni.
Si tratta di un progetto sperimentale unico nel suo genere, non solo per i contenuti didattici elaborati ma anche per la somministrazione su un’intero territorio regionale con particolare attenzione alle aree considerate più problematiche secondo le indicazioni dell’Ufficio scolastico regionale.
L’azione nelle scuole è uno degli assi portanti del Piano Antiviolenza voluto dalla Regione Siciliana ed è perfettamente aderente ai risultati di numerosi studi specialistici che evidenziano il ruolo della scuola nella prevenzione della violenza di genere e soprattutto alle più recenti indicazioni internazionali come la Convenzione di Istanbul che vincola l’Italia a includere nei programmi scolastici di ogni ordine e grado dei materiali didattici su temi quali la parità tra i sessi, i ruoli di genere non stereotipati, il reciproco rispetto, la soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, la violenza contro le donne basata sul genere e il diritto all'integrità personale o la Road Map Pechino+20 che all’Obiettivo strategico B4 - Formazione a una cultura della differenza di genere invita a “recepire, nell’ambito delle proposte di riforma della scuola, dell’università, della didattica, i saperi innovativi delle donne, nel promuovere l’approfondimento culturale e l’educazione al rispetto della differenza di genere”.
L’attività della Regione Siciliana nelle scuole si colloca nel solco delle più recenti direttive ministeriali dalla circolare - documento di indirizzo sulla diversità di genere emanata nel 2011 dall’allora ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini fino alla cosiddetta Riforma della Buona Scuola del 2015 che al comma 16 prevede l’“attuazione dei principi delle pari opportunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado, l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni” indirizzo confermato poi nel 2017 con il Piano nazionale per l’educazione al rispetto nelle scuole di ogni ordine e grado voluto dal ministro Valeria Fedeli.