Tra i primi per il 5G, ultimi per competenze digitali. Per l'edizione 2020 dell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI), l'Italia si colloca al 25º posto fra i 28 Stati membri dell'UE, praticamente in fondo alla classifica. Siamo sempre stai lì, ma quest’anno abbiamo fatto un passo indietro rispetto all’anno scorso, tornando ai livelli del 2018. Leggi il report
Le maggiori carenze riguardano il capitale umano: persone in possesso perlomeno di competenze digitali di base, di competenze digitali superiori a quelle di base, competenze di base in materia di software, Specialisti TIC, Specialisti TIC di sesso femminile e Laureati nel settore TIC, sono questi i settori in cui siamo molto lontani dalla media UE.
Queste carenze in termini di competenze digitali si riflettono nel modesto utilizzo dei servizi online, compresi i servizi pubblici digitali. Solo il 74% degli italiani usa abitualmente Internet. Sebbene il Paese si collochi in una posizione relativamente alta nell'offerta di servizi pubblici digitali (egovernment), il loro utilizzo rimane scarso. “E’ un problema di analfabetismo funzionale degli italiani - dice Salvatore Marras, dirigente Formez dell'Area Ict - che preclude loro l’uso delle nuove tecnologie e dei servizi digitali offerti ad esempio dalle pa che possono essere migliorabili, ma sono allineati alla media europea. Abbiamo ancora il doppio di persone rispetto all’Europa che non è mai entrato in internet, bassa la fruizione di servizi di e-commerce e di home banking”. Analogamente, le imprese italiane presentano ritardi nell'utilizzo di tecnologie come il cloud e i big data, così come per quanto riguarda l'adozione del commercio elettronico.