Un approfondimento sul valore della formazione alla PA come necessaria per l’attuazione delle politiche ambientali e come esperienza capace di trasformare abitudini e comportamenti. Una panoramica sull’azione di un metodo esperienziale e sul potere semantico del linguaggio come leva di processi partecipativi a favore della natura e dell’uomo.
di Sara Garofalo e Mimmo Decaro – Formez PA
Nei mesi di luglio e settembre 2022 si sono svolte le prime cinque edizioni della Summer school per i docenti delle scuole di primo e secondo grado collegate territorialmente ai siti della Rete Natura 2000 della Regione Lombardia. Le attività formative nascono dalla consapevolezza dell’importanza dell’educazione alla sostenibilità per contribuire alla tutela dei siti Natura 2000 e del ruolo delle scuole come centri di competenza sulla biodiversità, in rete con gli altri soggetti, enti gestori ed enti di vigilanza e controllo, coinvolti nei percorsi formativi realizzati dal progetto di Formez PA Rafforzamento della capacità amministrativa, tecnica e gestionale nelle aree interessate da Rete Natura 2000 e aree protette in Lombardia.
La Summer school è stata la formula utilizzata per attivare il percorso formativo con l’obiettivo di accrescere sia le competenze specifiche ambientali e in tema di biodiversità, sia le competenze trasversali e metodologiche per la progettazione e realizzazione di percorsi di educazione alla sostenibilità, finalizzate a contribuire alla tutela dei siti natura 2000. Il programma ha visto l’alternarsi delle attività d’aula con diversi momenti di formazione outdoor e l’utilizzo di metodologie di didattica attiva. Le due giornate residenziali sono state dunque parte integrante del percorso formativo di 25 ore “Facciamo Rete Natura 2000 a Scuola: la biodiversità nelle nostre vite” del progetto attuato da Formez in Lombardia.
Le competenze per la transizione ecologica
Il progetto di Formez PA in Lombardia è impegnato nel rafforzamento della competenze della PA, necessarie al rafforzamento della capacitazione amministrativa in tema di transizione ecologica, con una azione formativa costruita e realizzata in coerenza con il Quadro delle competenze europee green per la transizione verde, pubblicato dalla Commissione a gennaio 2022, ed in linea con la Strategia Europea per la biodiversità e con le finalità di Rete Natura 2000.
Questa impostazione ha implicato un’azione formativa che da trasmissiva diventi trasformativa, mirando ad un reale cambiamento dei comportamenti e dei contesti e non alla sola trasmissione di conoscenze. Le competenze che il quadro europeo individua come necessarie per il green deal, non sono di tipo specialistico ma trasversali e sono raggruppate in quattro aree tematiche: Incorporare i valori di sostenibilità; Abbracciare la complessità nella sostenibilità; Visione di futuri sostenibili; Agire per la sostenibilità.
Un percorso, quindi, di acquisizione di competenze e di conoscenze capace di sviluppare quelle skills ampie, acquisite attraverso un’esperienza formativa coinvolgente e vissuta in loco.
La governance e il linguaggio comune.
Affrontare il tema della biodiversità implica una lettura sistemica dei contesti territoriali e un approccio complesso alla gestione degli ecosistemi, delle specie e degli habitat, una governance articolata della Rete Natura 2000 che coinvolge a diversi livelli e in diversi momenti più attori.
I destinatari del progetto sono soggetti della pubblica amministrazione che a diverso titolo si occupano della gestione della rete Natura 2000 in Lombardia tra cui gli organi di vigilanza e controllo (Carabinieri Forestali, Polizie provinciali), Veterinari, Dipendenti di Regione Lombardia, Docenti delle scuole di primo e secondo grado delle scuole limitrofe ai siti RN2000.
Un obiettivo trasversale di questo progetto di sistema è mettere in rete i diversi soggetti pubblici che operano per RN 2000 in Lombardia, definendone la mappa dei ruoli e disegnando la governance della rete, favorendo l’integrazione tra le policy e gli strumenti di governo del territorio.
Il primo passo per il raggiungimento di questo obiettivo è stata la costruzione di un linguaggio comune. La necessità di lavorare su un linguaggio comune è sostanziata anche dai risultati di una ricerca dell’Eurobarometro sulla percezione del termine “biodiversità” e la conoscenza di Rete Natura 2000.
Il significato dato a termini come “biodiversità” ed “ecosistemi”, non è univoco e la conoscenza delle cause di perdita di biodiversità non è diffusa, né è sviluppata una lettura in termini di “servizi ecosistemici”, ovvero quei benefici che la natura fornisce gratuitamente (come l’aria pulita, il cibo, la regolazione del clima, l’impollinazione). Le attività formative per le differenti tipologie di destinatari sono state progettate, a partire dai momenti iniziali, in modo da favorire l’attribuzione di significati e la condivisione di linguaggi. Questo è stato il punto di partenza per poter poi condividere la motivazione e le finalità della conservazione e gestione della biodiversità, individuando il ruolo di ciascuno nella rete dei soggetti che operano per questo.
Le metodologie didattiche
Dalle considerazioni generali fin qui riportate, derivano alcune implicazioni metodologiche che sono state adottate nell’attuazione dei diversi percorsi formativi e che qui vengono descritte riferendosi in particolare ai corsi per i docenti.
Il corso rivolto ai docenti è stato progettato con un primo momento residenziale: la Summer school. Se si lavora per una formazione trasformativa e non più solo trasmissiva, puntando sulle green competence del quadro europeo che non sono più su competenze di tipo specialistico ma trasversali, è necessario che le metodologie siano adeguate. La trasformazione avviene attraverso la partecipazione ad esperienze significative che permettono lo sviluppo di action competence. In tale direzione, la Summer school per i docenti ha previsto l’utilizzo di un approccio metacognitivo, la partecipazione alla costruzione di significati, conoscenze e modelli e la riflessione continua sull’esperienza formativa vissuta. Le attività didattiche sono state articolate in momenti di attività indoor e outdoor. In particolare, nella seconda giornata è stata realizzata una attività metacognitiva sulle competenze dell’educazione alla sostenibilità, in cui i partecipanti hanno partecipato a diversi giochi ed attività didattiche outdoor di educazione alla sostenibilità per poi riflettere sulle competenze su cui le diverse attività avevano lavorato e su come potevano essere utilizzate con gli studenti nell’ambito di percorsi educativi.
L’utilizzo delle metodologie didattiche attive, la scelta di lavorare su competenze trasversali e su soft skills, ha portato a preferire aule composte da bassi numeri di partecipanti e momenti di didattica in presenza residenziali.
Alla luce di questa esperienza, se la formazione per la transizione ecologica si pone reali obiettivi di cambiamento e la costruzione e condivisione di nuovi modelli di sostenibilità, riteniamo che sia necessario lavorare con numeri bassi di partecipanti.
Nell’ambito del progetto sono stati realizzati corsi che hanno previsto sia modalità di formazione in presenza che formazione a distanza sincrona e asincrona. Questo ha permesso anche di sperimentare metodologie e strumenti per la formazione a distanza. Da una prima riflessione, tuttavia, emerge la necessità di prevedere momenti formativi in presenza perché si possa ambire ad una reale formazione trasformativa.
Il corso per docenti, dopo la Summer school iniziale, prevede la realizzazione di un project work. I docenti progetteranno, in coerenza con il modello proposto, un percorso di educazione alla sostenibilità sul tema biodiversità contestualizzato ad un sito della RN2000, da realizzare nell’ambito delle ore curriculari di educazione civica. Al termine del percorso formativo sarà realizzato un follow up a partire dai progetti elaborati dai docenti.
Il paradosso di innovazione è dato dalla riflessione sulla necessità di una formazione per la transizione ecologica che, partendo dal quadro delle green competence e dalla condivisione di linguaggi comuni costruiti attorno a temi complessi, sia davvero trasformativa e che quindi questa venga realizzata con metodologie e modalità coerenti, che si discostano dalla tendenza attuale in cui le scelte formative vanno spesso verso i grandi numeri di partecipanti e modalità di esclusiva formazione a distanza.