Home > Notizie > Le vittime della tratta e il reinserimento socio-lavorativo: un laboratorio per condividere le buone pratiche

Le vittime della tratta e il reinserimento socio-lavorativo: un laboratorio per condividere le buone pratiche

Creato il:  3 Febbraio 2014

 

di LEONARDO TIRABASSI* 

Nella cornice della sala del Cenacolo della Camera, decorata con affreschi cinquecenteschi tra cui una suggestiva Croce sulla volta del soffitto, giovedì 23 gennaio si è tenuto il “Laboratorio transnazionale sul tema dell’uscita da situazioni di sfruttamento delle vittime di tratta attraverso la realizzazione di percorsi integrati di inserimento socio-lavorativo”. L’iPerconcontro, promosso all’interno del Progetto D.I.E.S.I.S. su iniziativa di Formez PA, ha rappresentato un momento importante di riflessione e sintesi tra le molteplici esperienze regionali italiane a confronto con le esperienze di altri Paesi europei e le direttive dell’Unione Europea. 

GUARDA LA SINTESI VIDEO

All’apertura dei lavori il Presidente di Formez PA, Carlo Flamment, ha ricordato le finalità dell’impegno di questo complesso “percorso di lavoro finalizzato alla crescita di conoscenze e competenze delle Amministrazioni italiane a livello centrale e a livello regionale”. Il Progetto ha per obiettivo il confronto sulle politiche di inclusione sociale centrate sulla transnazionalità per il rafforzamento della capacità istituzionale; finalità da perseguire nel quadro del prossimo ciclo di programmazione 2014-2020 voluto dalla Commissione Europea che dedicherà alla lotta alla povertà ben il 20% delle risorse del Fondo Sociale Europeo dei Programmi Operativi Nazionali e Regionali. Tale scelta, ha sottolineato il Presidente, rappresenta un profondo cambiamento di indirizzo, perché mette al centro delle politiche di integrazione sociale il settore socio-assistenziale, fatto che costituisce una notevole sfida per l’Italia, a causa delle “disfunzioni del nostro welfare e del particolare stato di debolezza tecnica e finanziaria dei servizi locali, specialmente al Sud”. Per superare questi scogli, è necessario seguire le importanti indicazioni provenute dai risultati del Progetto D.I.E.S.I.S grazie alla metodologia di lavoro adottata, che ha dedicato un ruolo centrale al confronto transnazionale e alla costruzione della rete tra i diversi attori, fatto che rappresenta di per sé un notevole risultato. Nel caso del tema trattato, non si può non sottolineare, infatti, come elemento essenziale per il successo di ogni politica di lotta alla moderna schiavitù, sia il coinvolgimento dei paesi di origine, perché sono necessarie “azioni di cooperazione che modifichino le condizioni strutturali delle aree di provenienza dei moderni schiavi”, sia la realizzazione di percorsi di inserimento lavorativo delle vittime.

La tratta – ha continuato Danilo Giovanni Festa, Direttore generale della Direzione Generale per il Terzo settore e per le Formazioni sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - è la forma di schiavitù moderna che colpisce infatti i “poveri più poveri”. L’80% è rappresentato da donne e bambini e il 70% di questo è oggetto di sfruttamento sessuale; la tratta si incrocia, acuendoli, con i temi e problemi dell’immigrazione; il “commercio” è sotto i nostri occhi, sulle strade e nei laboratori “nascosti” dove si lavora 14/18 ore al giorno. Non si tratta di sottrarre agli italiani risorse per destinarle a cittadini stranieri. Non solo lo sfruttamento della persona riguarda infatti la dignità della nostra convivenza civile e prima ancora umana, obiettivo di per sé sufficiente, ma la tratta mina e inquina il buon funzionamento della società nel suo insieme, perché è opera delle varie organizzazioni criminali, perché le finanzia e si intreccia con altre forme di produzione illecite di ricchezza e con ogni tipo possibile di traffici internazionali, di droga, di armi e di organi. 

Marco Villani, Direttore di Formez PA, ha ribadito che nella lotta alla tratta non si è davanti ad un trade off, ad un problema di rapporto tra costi e benefici: i diritti umani vanno difesi per quello che sono, diritti non negoziabili. Ogni comunità deve “dire no ai mercanti di carne umana”, come ha affermato con forza Papa Francesco. Proteggere le vittime dello sfruttamento è “un obiettivo di civiltà”. Il legislatore in questo caso svolge anche un “ruolo di educatore” ed il compito di Formez PA è di “capitalizzare” il lavoro svolto fin qui, portando “l’esperienza in giro”, punto sottolineato anche da Philippe Hatt (Commissione europea, Direzione Generale Occupazione, Affari sociali e Inclusione). Il successo di ogni azione, ha continuato Villani, dipende da come si articola il rapporto tra difesa dei diritti e azione politica, da come si riescano a tradurre in policy quei valori, dai modi in cui si rende efficace la volontà; da qui la necessità del confronto tra esperienze diverse perché si tratta infatti di imparare e riadattare alla nostra situazione nazionale quello che di meglio è stato fatto in Europa, e anche a scoprire, attraverso il confronto, che la realtà italiana nella lotta contro l’esclusione sociale non si colloca nell’Unione Europea agli ultimi posti. 

La lotta alla tratta, ha sottolineato Katarzyna Cuadrat-Grzbowska (EU Anti-Trafficking Coordinator Office), è una forma di crimine transnazionale che riguarda perciò immediatamente l’Unione Europea, che nei suoi interventi ha rifiutato un approccio meramente legalistico a favore di una visione multidisciplinare con al centro i diritti umani e la protezione della vittima, fondamento su cui innestare le azioni di prevenzione, blocco del traffico e perseguimento dei crimini. La Direttiva 2011/36, seguendo la Convenzione di Varsavia del 2005, ha fornito la cornice legale agli stati nazionali per agire e a cui adeguarsi entro il 6 aprile 2013. 

Le Amministrazioni regionali hanno offerto una rappresentazione del modello di intervento contro la tratta che si è andato costruendo negli anni in Italia, vera e propria filiera di azioni articolata in quattro fasi che vanno dalla necessità di far emergere le vittime, alla loro presa in carico, alla conseguente messa in sicurezza in comunità di residenza fino al reinserimento sociale, attraverso il lavoro, utilizzando le risorse messe a disposizione dal FSE. 

Il legislatore italiano e gli attori istituzionali, nonostante la complessità della realtà nazionale resa ancor più difficile dalla crisi, hanno anticipato lo spirito europeo, perché sono riusciti fin da subito a metter in rete, coordinandole, le diverse azioni dei molteplici attori - dal settore pubblico nazionale, regionale e locale, al Terzo settore, ai molteplici soggetti privati - sempre mettendo al centro la vittima, e quindi andando a ricercare accordi con i Paesi di provenienza, data l’origine extraterritoriale del fenomeno (Romania, Bulgaria, Nigeria sono i Paesi di maggiore provenienza delle vittime).

Graziella Panetto della Regione Piemonte ha illustrato la vasta esperienza d’intervento culminata nel Progetto interregionale “Vie d’uscita”, a cui hanno partecipato la Valle d’Aosta, la Toscana, il Lazio e la Campania con capofila la stessa Regione Piemonte, prima Regione in Italia ad utilizzare le risorse comunitarie a favore delle donne vittime di tratta. Ispirato alla metodologia della ricerca sociale, il progetto si è posto gli scopi della prevenzione, della sensibilizzazione, dell’inclusione sociale e lavorativa delle vittime, dello scambio di esperienze e della costituzione di una rete. Uno dei punti di maggior successo per la Regione Piemonte è stato rappresentato dal coinvolgimento dei paesi d’origine, riuscendo ad ottenere un Protocollo di cooperazione tra Italia e Romania (8 luglio 2008), a cui hanno aderito Piemonte (capofila), Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Sicilia, Toscana e le Province autonome di Bolzano e di Trento. 

Anche il Progetto “Oltre la strada”, portato avanti dalla Regione Emilia-Romagna – hanno spiegato Maurizio Braglia e Serenella Sandri – prevede un coordinamento degli interventi dei vari soggetti per favorire al massimo l’emersione del fenomeno attraverso la costruzione di due livelli di intervento, locale – privati, Comuni e Provincia - e regionale a cui spetta il compito di rapportarsi anche agli attori nazionali. Nel corso degli anni, a partire dal 1996, si è raggiunta un’esperienza notevole di conoscenza permettendo la costituzione di equipe a cui è devoluto il compito della redazione delle azioni (nel 2013 ben 170). La rete di enti e associazioni, il coinvolgimento di attori pubblici e privati, la presenza sul territorio, la collaborazione con le aziende e l’apertura di laboratori per l’inserimento lavorativo nei centri per l’impiego hanno caratterizzato anche l’azione della Regione Marche (relatrice Rossella Bugatti). 

La Calabria, come ha illustrato Vito Samà, ha visto solo negli ultimi anni la presenza del fenomeno della tratta che in questa regione si contraddistingue per tre motivi: l’esistenza di organizzazioni criminali locali collegate con quelle dell’Est, la diffusione dell’impiego di lavoratori clandestini sfruttati nel lavoro stagionale e l’esistenza di una situazione emergenziale rappresentata dalla presenza di numerosi centri di accoglienza di immigrati e rifugiati. I progetti “INCIPIT” ed “Eleutheria” si sono indirizzati, come prima azione, alla scoperta del radicamento del fenomeno per poi riuscire ad accogliere le vittime attraverso l’azione dell’unità di strada e la diffusione degli sportelli “a bassa soglia”. L’ultimo bando della Regione Calabria – secondo le parole del Vice Ministro Guerra - rappresenta uno degli ultimi “esempi riusciti dell’attività di sensibilizzazione delle Regioni all’utilizzo dei fondi strutturali per azioni sinergiche con quelle nazionali”.

Rita Graziano (Direzione Generale per il Terzo Settore e le Formazioni Sociali del Ministero del Lavoro delle Politiche Sociali), riprendendo l’intervento di Vincenzo Castelli rappresentante delle organizzazioni non profit che aveva lamentato l’assenza del coinvolgimento delle ONG nei vari progetti, ha ribadito l’importanza dell’azione del Terzo settore nella lotta contro la tratta. 

Serenella Sandri, intervenendo di nuovo nelle conclusioni, ha delineato alcuni punti centrali dei prossimi interventi. Innanzitutto, e nonostante la crisi, la lotta contro la tratta deve rimanere al centro delle azioni politiche e legislative che devono andare a rafforzare le esperienze positive dove si sono verificate. “L’innovazione non è di per sé positiva, continuiamo dove le cose hanno funzionato, semmai privilegiamo l’integrazione di competenze e risorse”. L’obiettivo comunque rimane quello di avere politiche attive di lavoro.

Tiziana Zannini, in rappresentanza del Dipartimento per le Pari Opportunità, nelle conclusioni, ha riportato le parole del Vice Ministro Maria Cecilia Guerra impossibilitata ad intervenire. L’azione del legislatore italiano – modello divenuto centrale nella stessa Unione Europea - ha sempre avuto come stella polare nella lotta contro le forme moderne di schiavitù la “tutela delle vittime” perché si è ispirata, principio non a caso ribadito da ogni intervento durante il convegno, ad un “approccio umanitario” con una visione d’insieme del problema. Adesso è necessario unificare tutte le azioni contro la tratta, rendere obbligatoria la formazione degli operatori, procedere a fornire un indennizzo alle vittime, unificare le tipologie progettuali attualmente esistenti. Questi sono gli obiettivi del prossimo primo piano nazionale contro la tratta e degli interventi che verranno definiti ed attuati nell’ambito dei Programmi Operativi Nazionali e Regionali 2014-2020, con riferimento specifico all’Obiettivo Tematico 9 Promozione dell’inclusione sociale, lotta contro la povertà e ogni forma di discriminazione - Risultato Atteso 9.2 – Incremento dell’occupabilità e della partecipazione al mercato del lavoro, attraverso percorsi integrati e multidimensionali di inclusione attiva, delle persone che presentano maggiori aspetti di vulnerabilità, delle vittime di violenza o grave sfruttamento e delle persone a rischio di discriminazione.

 

*Consulente Progetto DIESIS

 

Area tematica: 
Tipo di Contenuto: 
Data pubblicazione: 
Giovedì, 13 Luglio, 2017 - 12:28