Il 28 ottobre, nel corso del convegno "Una riforma per la crescita" organizzato a Roma dalla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, il Ministro per la P.A. e l'Innovazione Renato Brunetta ha presentato i risultati della sua riforma, ad un anno dall'approvazione.
Al convegno, in cui è stato presentato anche il rapporto Ocse sulla riforma della pubblica amministrazione in Italia ("A Study on the Italian Public Administration Reform and Innovation Programme"), il ministro ha sottolineato la centralità della riforma della P.A. visto che "il contributo della Pubblica Amministrazione alle manovre di correzione dei conti pubblici (dal dl 112/2008 al dl 78/2010) è pari a circa 62 miliardi di euro nel periodo 2008-2013. Questo equivale a oltre il 4 per cento della spesa annuale per personale e consumi intermedi".
"Con grande responsabilità - indica il documento presentato dal ministro Brunetta - abbiamo aumentato la produttività e l'efficienza della P.A. per poter conseguire una riduzione di spesa necessaria senza ridurre la quantità dei servizi erogati dallo Stato anzi aumentandone la qualità". Con le misure prese in materia di contrattazione nel pubblico impiego "nel 2013 - si legge ancora nel documento del ministro - avremo riallineato in materia strutturale la dinamica delle retribuzioni tra lavoro pubblico e privato.
Il rapporto indica anche che il personale si è ridotto di 72 mila occupati tra 2008 e 2009, e viene stimata "una riduzione dell'occupazione nel pubblico impiego di oltre 300 mila unità" complessivamente tra il 2008 e il 2013. Le misure di contrasto all'assenteismo hanno poi "comportato una riduzione media delle assenze per malattia pro-capite dei dipendenti pubblici di circa il 35% "un successo che si traduce in 65 mila dipendenti in più ogni anno sul posto di lavoro". Anche in questo ambito è stato raggiunto l'obiettivo di "riallineare i valori tra settore pubblico e settore privato".
Il contenimento "dei numeri del pubblico impiego viene raggiunto senza pregiudicare volume e qualità dei beni e servizi pubblici offerti": la riduzione in cinque anni "implica un aumento medio di produttività annua del 2% circa"."E' bene precisare, però, che considerando che tale riduzione si è avuta ad oggi principalmente nelle amministrazioni centrali, nel cui ambito operano meno di 2 milioni di unità, l'incremento della produttività ottenuto in queste amministrazioni risulta sensibilmente superiore al 2 per cento annuo indicato".
Dopo aver illustrato i provvedimenti che riguardano grandi e piccole imprese, il ministro ha sottolineato come la riforma della P.A. abbia cambiato lo status quo esistente dando priorità a concetti come l'efficienza, la meritocrazia, la premialità selettiva e correlata ai risultati, la trasparenza e la semplificazione. Ma soprattutto la riforma "ha collocato il cittadino al centro del sistema", ha concluso il ministro, attraverso iniziative come Mettiamoci la faccia, che ha introdotto un sistema di misurazione della qualità relativa ai servizi agli utenti, Linea Amica, che fornisce alla popolazione un contatto diretto con l'amministrazione pubblica e Reti Amiche, che, tramite le reti private, avvicina e moltiplica i punti di contatto tra le amministrazioni e i cittadini.