Il Comitato scientifico per la valutazione dell’impatto delle riforme in materia di capitale umano pubblico, insediato lo scorso marzo e presieduto da Sergio Fabbrini, professore di Scienza politica e relazioni internazionali alla Luiss, ha presentato il suo primo Rapporto.
Il testo è stato illustrato martedì scorso presso il Complesso Cavouriano di Santena (Torino), durante l'inaugurazione del polo formativo territoriale della Sna, da Raffaella Saporito, docente di public management alla SDA Bocconi e componente del Comitato.
Per realizzare le 75 pagine dell’indagine, il gruppo di lavoro ha preso in esame il programma di riforme contenuto nel Pnrr, per la componente M1C1 nelle parti relative al capitale umano pubblico (milestones M1C1-56, M1C1-58, M1C1-59), e si è focalizzato su tutti i relativi provvedimenti normativi.
Sono stati messi a fuoco gli indicatori più significativi di questa stagione di ritrovato protagonismo della Pubblica amministrazione. Molto positivo il giudizio rispetto allo sforzo riformatore innescato dal Pnrr: “Le riforme finora attuate sono coerenti con il Piano di ripresa e il Governo Draghi ha proceduto con pragmatismo e orientamento al risultato”. Tuttavia, il lavoro di “messa a terra” degli obiettivi del Piano è all’inizio e la strada dell’attuazione fino al 2026 è ancora da percorrere.
L’analisi risponde a quattro obiettivi:
- offrire una ricognizione sintetica degli elementi di criticità del pubblico impiego cui l’agenda di riforma Pnrr cerca di dare risposta;
- raccogliere l’insieme degli interventi normativi realizzati dal Governo Draghi, con particolare attenzione alle amministrazioni centrali;
- analizzare la stessa agenda alla luce delle principali esperienze europee in corso, nell’ambito del programma Next Generation Eu di cui il Pnrr italiano è derivazione;
- valutare criticamente la coerenza tra obiettivi di cambiamento e misure adottate, per fornire raccomandazioni utili al programma di riforma in materia di capitale umano della Pa e per garantire la necessaria continuità dell'azione di governo.
Nel Rapporto si sottolinea con forza che il momento degli interventi normativi è stato completato e che si entra ora nel vivo della fase più insidiosa, quella di esecuzione e implementazione delle norme. Il Governo, in un anno e mezzo di lavoro, ha costruito le necessarie basi infrastrutturali, normative e tecnologiche del Pnrr, aggredendo i colli di bottiglia che rallentano l’azione amministrativa e complicano la vita quotidiana di famiglie e imprese, e individuando strumenti operativi per correggere la rotta.
La novità messa in luce dal Rapporto è che stavolta, contrariamente al passato quando si operava "isorisorse", si può fare affidamento su considerevoli investimenti economici. Una svolta che comporta una grande responsabilità per chi è impegnato nell’attuazione del Pnrr e per chi deve supervisionare i processi.
Il Comitato individua tre strumenti chiave voluti e realizzati dal ministro per la Pa, Renato Brunetta, e dal Dipartimento della Funzione pubblica, per l'innovazione in materia di capitale umano pubblico: il portale di assistenza tecnica Capacity Italy; il pieno utilizzo del portale inPA per tutti i concorsi e la mobilità dei dipendenti pubblici; la formazione, una risorsa straordinaria che restituisce al lavoratore pubblico identità, valore, orientamento al cambiamento, permettendo così di riscoprire l'orgoglio di appartenere alla Pa. Strumenti preziosi che non dovranno essere abbandonati.
L’indagine suggerisce, infine, al Dipartimento della Funzione pubblica di valorizzare e utilizzare pienamente il portale Piao, di costruire un set di indicatori per il monitoraggio, nonché di diramare una roadmap per assicurarsi che tutte le amministrazioni (grandi e piccole, centrali e periferiche) siano in grado di proseguire le riforme senza dispersione di tempo, risorse ed energie.