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“Innovazione senza conflitti”: sperimentazione di metodologie innovative a partire dalla Blue Ocean Strategy

Creato il:  16 Luglio 2014

Obiettivo principale del progetto Formez PA “Innovazione senza conflitti” è quello di sperimentare metodologie innovative, improntate al modello della Blue Ocean Strategy (BOS), per lo sviluppo e l’implementazione di strategie per la creazione di valore a beneficio delle pubbliche amministrazioni e dei cittadini. Dopo una fase preparatoria di studio condotta da esperti in campo aziendale e accademico, si procederà alla sperimentazione presso strutture pubbliche individuate presso la Regione Siciliana. Ne abbiamo parlato con Pierluigi Catalfo, esperto Formez PA in materia di BOS e referente del progetto in Sicilia.
 
Dalla sua pluriennale esperienza in materia di valutazione delle performances pubbliche, perché secondo lei è importante elaborare e predisporre nuovi interventi per lo sviluppo della capacità amministrativa?
 
Per due ordini di motivi: da un lato, in un regime di decrescita delle risorse finanziarie, come quello evidenziatosi in questi anni di crisi, è necessario svincolare e valorizzare il patrimonio di risorse immateriali spesso assolutamente inespresso; questione che si collega naturalmente anche ad un discorso di ricambio generazionale (cambiamenti che sembrano non essere possibili a partire dal modello amministrativo a disposizione). Dall’altro lato, c’è un delta piuttosto ampio tra i mezzi messi in campo dalla pubblica amministrazione e l’efficacia dell’attività amministrativa effettivamente prodotta. In questi ultimi dieci anni, a seguito del processo di “aziendalizzazione” della PA, l’attenzione al contenimento dei costi e alla contrazione della spesa è certamente cresciuta. Ad esempio, tutte le iniziative di esternalizzazione, la costituzione di società in house, il sistema della CONSIP, nel bene e nel male, rientrano nella logica e nell’enfasi posta sulla questione della contrazione della spesa. Ma questo non è detto che abbia sempre coinciso con la creazione di maggiore valore per il cittadino. Proprio in tal senso sono ormai necessari interventi d’innovazione nell’organizzazione e nello sviluppo delle attività della Pubblica Amministrazione.

Quali pensa siano i punti di forza della BOS nella prospettiva di una sua applicazione nella pubblica amministrazione italiana e siciliana in particolare?

C’è un profilo istituzionale dal quale non possiamo prescindere e che dobbiamo anzi considerare come rilevante: la pubblica amministrazione, considerata nel suo complesso e in relazione alla sua presenza locale e territoriale, sviluppa sistemi teoricamente non in competizione tra loro ma che dovrebbero essere piuttosto correlati in un rapporto di cooperazione-competizione sinergica. In tal senso, dobbiamo considerare la BOS come un’opportunità di maggiore e più profondo coordinamento delle dinamiche competitivo-interattive interne al sistema della PA (che va dalle presenze delle istituzioni nazionali, come le agenzie dei ministeri, agli enti regionali) e di limitazione dei conflitti tra le diverse compagini della PA.
Più in particolare, la BOS può potenziare l’efficacia della PA attraverso percorsi di innovazione incardinati in linee strategiche contestualizzate in ambiti diversi da quelli strettamente competitivi, di derivazione Porteriana.
Nello specifico poi, tra i punti di forza della BOS, ci sono certamente un nuovo paradigma e una nuova dinamica competitiva, la possibilità di dare vita a nuovi ambiti per la creazione di valore pubblico e un nuovo modello metodologico per la valorizzazione efficace dalle forze interne attualmente disponibili nella PA.
In altri termini, la BOS nella PA è la possibilità di acquisire un modello di riferimento per l’innovazione strategica e per la gestione efficace dei momenti organizzativi e amministrativi.

La Sicilia è stata spesso descritta come laboratorio di sperimentazione di ciò che avviene successivamente in Italia e in Europa. In questa prospettiva e in relazione alla novità che rappresenta, anche in Europa, un’eventuale applicazione di un modello di gestione della PA che prenda spunto dalla BOS, come pensa potrebbe reagire la sua Regione, che vedrà alcune delle sue amministrazioni diventare soggetti-pilota in questo progetto Formez PA?

Le reazioni potrebbero essere almeno tre. Nell’ottica di laboratorio, i cui risultati possano essere  proiettabili su scala nazionale e internazionale, la Regione Siciliana potrebbe certamente attivare un percorso di sperimentazione empirica su specifiche attività strategico-amministrative; d’altro canto, partendo da specifiche attività di sperimentazione in Sicilia si potrebbe attivare un sistema di verifica e di appropriatezza del modello rispetto al contesto siciliano. Infine, potrebbe reagire con un atteggiamento “professionalmente e deontologicamente scettico” (che costituisce per altro un elemento caratteriale della tradizione amministrativo-manageriale in Sicilia), riservando alla riflessione e alla valutazione sulla metodologia un ambito più teorico.
 
In quale misura e perché l’apporto accademico è necessario nel lavoro di studio e di elaborazione al fianco di quello di analisi e comparazione in campo aziendale del modello, dedotto a partire dalla Strategia Oceano Blu, da calare nel contesto degli enti-pilota che verranno individuati nella Regione Siciliana?

L’apporto accademico è necessario nel lavoro di studio ed elaborazione per più di una ragione. Innanzitutto è necessario individuare gli ambiti puntuali di applicabilità della BOS nella PA; un lavoro d’innesto particolarmente delicato che va realizzato attraverso la verifica di precondizioni che rassicurino sulla fattibilità dell’operazione. Inoltre, l’esplorazione accademica può indirizzare rispetto alla effettiva valutazione dell’efficacia della metodologia per la creazione di valore pubblico e quindi alla definizione della reale portata dell’applicazione della BOS.

Il settore della sanità potrebbe essere il terreno ideale per sperimentare la BOS soprattutto per la sua vocazione alla creazione di valore per l'utente e alla riduzione dei conflitti di varia natura che si vengono a creare in un’organizzazione complessa. Pensiamo agli ostacoli che spesso intervengono, anche nelle strutture migliori, a impedire una efficace e completa risposta da parte della struttura sanitaria ai bisogni del cittadino, in un contesto con il quale il cittadino entra generalmente in contatto in un momento di pregressa difficoltà. Quali potrebbero essere in linea generale, a diversi livelli operativi, le linee d’azione della BOS in questo contesto?
 
Il settore della sanità potrebbe essere certamente ambito elettivo per l’applicazione della BOS principalmente perché, a seguito del D.Lgs. 150/2009, in tema di pianificazione strategica delle aziende sanitarie si è posta particolare enfasi sulla questione dell’efficacia della loro azione e sull’esigenza di un allineamento strategico di tutti gli obiettivi e di tutte le aziende rispetto alle loro dinamiche intraaziendali e interaziendali. La BOS può essere certamente efficace per potenziare gli effetti della valorizzazione delle risorse immateriali (risorse umane in particolare) nelle aziende sanitarie.

Quali aspetti della Blue Ocean Strategy possono in particolare risultare davvero efficaci e decisivi in un percorso di potenziamento del management del sistema sanitario pubblico (ricordando il ruolo chiave destinato, nell’applicazione in campo aziendale del modello BOS, ai dirigenti e alla loro relazione di ascolto e di coinvolgimento con tutte le componenti del sistema-azienda)?

La BOS in ambito sanitario potrebbe costituire una forma evolutiva, un paradigma nuovo per il management rivolto alla valorizzazione della dinamica interna in relazione alla capacità di costruire  efficacia gestionale in allineamento ai bisogni e alle varie istanze di sanità.

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Giovedì, 13 Luglio, 2017 - 12:28