L’intervento di Pier Carla Delpiano: “Persone, competenze, organizzazione. Tre parole chiave per costruire una PA più moderna e umana”

Pier Carla Delpiano, Direttore Risorse umane, organizzazione e performance, è intervenuta alla tavola rotonda sulle sfide e opportunità dell'HR aumentata nella PA: attrarre e gestire il talento nell'era dell'intelligenza artificiale.
“Quando penso ai tre elementi su cui la Pubblica Amministrazione dovrebbe investire per diventare un luogo attrattivo, inclusivo e capace di affrontare la complessità del presente, mi vengono in mente non tanto concetti astratti, quanto piuttosto volti concreti - ha affermato Pier Carla Delpiano. Penso ai giovani colleghi pieni di idee, che però fanno fatica a vedere nella PA uno spazio in cui crescere. Penso ai professionisti di lungo corso, che ogni giorno mettono in campo competenze e passione, ma che spesso si sentono poco riconosciuti. E penso anche a chi, da fuori, guarda alla Pubblica Amministrazione come a un mondo distante e immobile. È per questo che, a mio avviso, il primo grande investimento da fare è quello sulle persone.”
Il Direttore delle Risorse umane del Formez ha sottolineato l’importanza del ruolo e dell’azione del Formez “che per sua natura è un ponte tra l’innovazione e la tradizione della PA. Quindi è importante la valorizzazione del capitale umano, a partire dall’ascolto e dal riconoscimento e, quindi, investire sulle persone, intese non come risorse da gestire ma come portatrici di valore, esperienze e identità. Questo significa costruire contesti di lavoro dove le persone siano ascoltate, coinvolte nei processi decisionali, dove venga riconosciuto il merito e incentivato lo sviluppo.
“Essere attrattivi oggi, per la PA – ha aggiunto la dirigente Formez - non significa solo offrire stabilità ma, soprattutto, offrire senso, prospettiva, e possibilità di crescita. Dobbiamo smettere di pensare all’amministrazione pubblica come a un luogo immobile e iniziare a raccontarla come un ambiente in cui si può fare la differenza, innovare, portare impatto reale sulla società”.
Per Delpiano un “secondo importante elemento è l’investimento sulle competenze, in particolare su quelle digitali, trasversali e relazionali. Non basta introdurre nuove tecnologie o strumenti di intelligenza artificiale nei processi: occorre che, chi lavora nella PA, abbia le competenze per governarli, interpretarli e valorizzarli. Formez è da anni impegnato su questo aspetto, anche attraverso il supporto a percorsi formativi come quelli del PNRR e delle Academy territoriali. Inoltre occorre una cultura dell’innovazione diffusa: una PA attrattiva è una PA che sperimenta, che consente di sbagliare, che valorizza l’intelligenza collettiva e incoraggia l’iniziativa. Questo richiede leadership distribuita e ambienti che abilitino la collaborazione tra le diverse professionalità”.
“Il terzo elemento è la trasformazione dei modelli organizzativi – ha spiegato ancora - la pandemia ha accelerato un cambiamento che ormai è irreversibile: non si può più gestire la PA con logiche esclusivamente gerarchiche, burocratiche e basate sulla presenza fisica. Serve una PA agile, capace di adottare modelli di lavoro ibridi, per obiettivi, orientata ai risultati e fondata sulla fiducia. Questo significa rivedere non solo le modalità di lavoro, ma anche le metriche di valutazione, i sistemi premianti e la governance interna”.
“La PA deve tornare a essere un contesto in cui chi lavora si sente visto, ascoltato, valorizzato – ha affermato - questo passa da una nuova cultura organizzativa, fondata sulla fiducia, sul merito, e su strumenti concreti di benessere e sviluppo. La vera attrattività nasce quando le persone sentono che il proprio lavoro ha senso e impatto. Inoltre la sfida oggi non è solo digitale, è culturale. Dobbiamo investire non solo in formazione tecnica ma anche in competenze trasversali, relazionali, di pensiero critico. E dobbiamo farlo in modo continuo, personalizzato, magari anche usando proprio l’intelligenza artificiale a supporto della crescita individuale e collettiva”. Secondo Delpiano occorre anche “saper riconoscere e cogliere i valori che ciascuna persona può portare, promuovendo l’inclusione come principio guida. Attraverso un patto generazionale, sostenuto dalla formazione, possiamo motivare sia chi entra sia chi esce, facilitando il trasferimento di competenze: è nostra responsabilità accompagnare e favorire questo passaggio con consapevolezza e visione”.
“La PA del futuro deve essere agile, capace di adattarsi al cambiamento e di lavorare per obiettivi – ha concluso Delpiano - questo vuol dire smart working ma anche responsabilizzazione, accountability, e inclusione reale: generazionale, culturale, territoriale. In sintesi: persone, competenze, organizzazione. Tre parole chiave per costruire una PA non solo più moderna, ma anche più umana”.
All’incontro, moderato da Carla Scaramella, esperta in progettazione e project manager, sono intervenuti anche Stefano Butti, Division Manager Gi Group, Davide Ansanelli, Direttore del Personale ENEA, Marco La Commare, Dirigente HR Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale – ACN, Andrea Palomba, EQ Sviluppo del Capitale Umano Regione Lombardia e Laura Porta, dottoranda Politecnico di Milano.