"I giovani non abbiano paura del nuovo": Anastasi al Festival del Digitale Popolare

Il presidente di Formez, Giovanni Anastasi, è intervenuto stamattina al Festival Digitale Popolare, organizzato a Torino da Fondazione Italia Digitale. Anastasi ha risposto alle domande dei giovani di FILO 2.0, un progetto di Cooperativa DOC (Torino) per giovani dai 16 ai 25 anni, incentrato su temi come il digital divide, l'intelligenza artificiale e le smart cities.
“I giovani non abbiano paura del nuovo, prendano in mano le redini della vita pubblica e ci aiutino a migliorarla”: questo il messaggio lanciato da Anastasi direttamente ai ragazzi al termine dell’intervista, moderata dalla speaker radiofonica Roberta Mucchi e a cui ha partecipato anche il presidente di Fondazione Italia Digitale, Francesco Di Costanzo.
“Camilla è un avatar sviluppato con CSI Piemonte per rispondere a domande sui concorsi pubblici”, ha affermato Anastasi per citare esempi pratici di applicazione dell’IA alla Pubblica Amministrazione “Ha evaso circa centomila domande in neanche un anno. Ma ci saranno sempre più modalità di utilizzo di queste tecnologie in ambito pubblico, e dovremo essere bravi a sfruttarle. Se nel mondo del privato l’efficienza si traduce in ritorno dell’investimento, in profitto, il pubblico, al contrario, deve essere un sistema efficiente non in termini economici, ma in termini di risposte ai cittadini: tante cose che vengono fatte hanno un risultato percettibile. L’efficienza dovrà essere soprattutto disintermediazione: vuol dire che la macchina può sostituirsi a un uomo laddove questo non sia efficiente. Dunque, l’IA tenderà a disintermediare e velocizzare alcuni lavori e a democratizzare l’informazione, per fare in modo che i cittadini non dipendano da comportamenti inopportuni".
Sollecitato sul rapporto tra età media dei dipendenti pubblici e innovazione della PA, Anastasi ha affermato che "l’uso della tecnologia avvicina molto spesso persone in là con gli anni, perché può essere un modo per uscire da una condizione di solitudine. Personalmente ho un approccio molto positivo nei confronti della tecnologia, ciò vuol dire che anche la mia generazione può appassionarsi al tema. Un nativo digitale ha maggiore predisposizione: l’età incide, ma non così tanto. Dobbiamo perciò lavorare per superare cliché e pregiudizi, e dare l’opportunità alle persone di essere diverse da come ci appaiono. Quello su cui dobbiamo lavorare nella Pubblica Amministrazione – ha chiuso Anastasi - è preparare il mondo alle persone che entreranno, in modo che riescano a dare impulso al cambiamento”.