"Il modello CAF esiste dal 2000 con l'obiettivo di allineare il linguaggio delle amministrazioni". Così si è espressa Claudia Migliore, Direttore dell'area Performance e Semplificazione amministrativa di Formez, nel corso dell'Incontro conclusivo del Percorso F@cile CAF. L'appuntamento, tenuto nella mattinata del 23 febbraio presso la Sala Di Ieso della sede di Regione Puglia, a Bari, aveva un triplice obiettivo: presentare i risultati della sperimentazione del modello CAF; illustrare i collegamenti tra il check diagnostico con il Modello e il PIAO; avviare un confronto tra le amministrazioni sperimentatrici (Dipartimento Istruzione Formazione lavoro Regione Puglia, Città di Bari, Città di Bisceglie, Città di Manduria, Città di Trani) in merito all’applicazione del modello nel processo di predisposizione del PIAO.
"Da ventiquattro anni - ha proseguito Claudia Migliore -, insieme con il Dipartimento della Funzione Pubblica, Formez accompagna le amministrazioni nei processi di miglioramento. La sperimentazione avviata con 19 PA italiane tra Regioni e Province autonome si è focalizzata su un ruolo nuovo che possono assumere le Regioni, cioè instaurare un dialogo con i comuni del territorio. Una linea di questa sperimentazione è stata dedicata al modello CAF, con un ruolo attivo di Regione Puglia. Si punta ad allineare e condividere il linguaggio, rafforzando le competenze necessarie ad accogliere le sfide poste dal sistema della Pubblica Amministrazione. Anche dopo oltre due decenni, quindi, le testimonianze delle amministrazioni confermano l'importanza del modello CAF. Un modello sempre attuale e coerente anche con le politiche di modernizzazione del ministro Zangrillo: il ruolo della leadership, l'orientamento ai risultati, l'approccio integrato nella programmazione e nella valutazione e la visione olistica".
Ad aprire i lavori è stato Roberto Venneri, Segretario generale della Presidenza della Regione Puglia, che ha auspicato di "proseguire anche su altri temi questa efficace sinergia con Formez e Dfp".
"Il modello può aiutare anche a gestire le forme di lavoro a distanza", ha spiegato Sabina Bellotti, Referente nazionale CAF - Dipartimento della Funzione Pubblica. "Chi l'ha utilizzato in pandemia, ha registrato una maggiore resilienza rispetto alla situazione vissuta. Le pratiche del modello CAF si stanno talmente sviluppando che l'Unione europea ne ha colto la forza e le potenzialità". Sia la Bellotti che Italo Benedini, esperto del modello CAF, hanno sottolineato un elemento molto importante nell'ambito dell'autovalutazione da parte delle amministrazioni: "Bisogna essere severi nel valutarsi, perché alle volte si ha qualche difficoltà a cogliere quali sono i punti positivi e quali i punti deboli. Il progetto di applicazione del Modello CAF a cinque organizzazioni del settore pubblico della Puglia (quattro comuni e un’Amministrazione della Regione) ha confermato come il modello stesso sia un potente strumento di analisi organizzativa e di indirizzo per il miglioramento: elementi prioritari ancora una volta si confermano lo sviluppo e coinvolgimento del personale e l’attiva collaborazione con gli stakeholder. E, come strumento di indirizzo, la misura dei risultati e del valore pubblico generato dalle organizzazioni. Il modello CAF può essere percepito come pesante - ha concluso Benedini -, ma dà le indicazioni giuste per capire le organizzazioni e le amministrazioni".
"L'occasione per partecipare al progetto CAF - ha affermato Angela Guerra, dirigente del Servizio Trasparenza e Anticorruzione di Regione Puglia - è scaturita dalla partecipazione al progetto Innovation Lab, nel 2022, che aveva l'obiettivo di valore pubblico la riduzione dei Neet (giovani non impegnati nè in attività lavorativa nè in percorsi di istruzione e formazione). Regione Puglia ha voluto inserire questo valore pubblico nel proprio PIAO 2023-2025. In questa sperimentazione, abbiamo potuto partecipare a incontri formativi che ci hanno consentito di provare un nuovo modello di pianificazione delle strategie regionali, poi approfondito con il progetto F@cile CAF".
“Il CAF si può considerare un predecessore del PIAO, specie nella sua visione olistica dell’organizzazione", ha invece affermato la professoressa Denita Cepiku, esperto Formez e componente dell'Osservatorio nazionale sul lavoro pubblico Università di Tor Vergata. "Può diventare uno strumento a supporto del processo di pianificazione del valore pubblico e contribuire specie alla sezione di salute organizzativa e professionale del PIAO”.
"Si può lavorare sul miglioramento - ha chiuso Claudia Migliore -, perché dà la possibilità di partecipare alla procedura europea CAF, che consente alle amministrazioni che hanno utilizzato il modello di ottenere la certificazione di effective CAF user. Dopo la pandemia abbiamo organizzato visite da parte di valutatori pubblici che suggeriscono miglioramenti nel processo di autovalutazione. Vorremmo utilizzare quest'esperienza per portarla in altre regioni, e a questo proposito sarebbe auspicabile un rafforzamento dell'ente regionale come centro di competenza per favorire lo sviluppo nel territorio".
Per info più dettagliate: nmattia@formez.it
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